Una particolare cerimonia di laurea si è svolta per nove nuovi dottori in infermiristica presso l’Universita dell’Insubria.
Nel rispetto dei provvedimenti stabiliti dal Presidente del Consiglio dei Ministri Conte, la sessione si è svolta nell’osservanza delle indicazioni necessarie a prevenire il contagio da Coronavirus.
Tutto si è svolto a porte chiuse al collegio Cattaneo di Varese: docenti e studenti hanno indossato le mascherine chirurgiche mantenendo almeno un metro di distanza.
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I laureandi si sono seduti a distanza di sicurezza nell’anfiteatro dell’aula magna per sostenere l’esame di Stato. Poi si sono dedicati singolarmente alla dissertazione della tesi nella stessa aula.
Infine si sono disposti in fila, mantenenedo diversi metri di distanza, per essere proclamati dottori in Infermieristica e, in assenza di amici e familiari, hanno ricevuto l’applauso significativo della commissione, composta dai professori Francesco Passamonti, Giulio Carcano, Eugenia Trotti, Maurizio Versino, Giliola Baccin, Donatella Pontiggia, da Maria Assunta Donato e Alessandra Kiszka in rappresentanza degli Ordini professionali degli infermieri rispettivamente di Varese e di Como, da Anna Maria Politi per il Miur.
I nuovi laureati sono: Gehane Chrifi (24 anni), Antonella Infantino (30), Anna Lunardo (27) e Anna Pigionatti (33), residenti a Varese; Marcello Gauna (48) di Laveno Mombello e Matteo Marchioni (25) di Somma Lombardo. Completano il gruppo: Giulia Valtorta (22) di Seregno, Camilla Leoni (24) di Tremezzino e Federica Rotondi (24) di Cerro Maggiore, che hanno frequentato nella sede di viale Cavallotti a Como.
I nove nuovi infermieri sono pronti a mettere a disposizione le loro preziose competenze anche nelle aree critiche, grazie ai sei mesi di tirocinio svolti nell’ultimo anno di studi tra DEA, Rianimazione e Terapia intensiva cardiologica.
«Sono tre i messaggi che voglio consegnarvi oggi – ha detto Francesco Passamonti, presidente della commissione e del corso di laurea in Infermieristica –. Il primo è che ora siete dei professionisti ma che dovete continuare a crescere con l’esperienza e l’aggiornamento. Il secondo è che dovete essere generosi nel lavoro a cui sarete chiamati a breve. Infine vi raccomando la serietà: dovete essere sempre un esempio massimo rispetto ai problemi della sanità pubblica. Siamo molto contenti di voi: uscite da questo ateneo a testa alta».
Anche il presidente della Scuola di Medicina Giulio Carcano si è espresso:
«Ci vuole coraggio oggi per intraprendere le nostre professioni, il coraggio di chi ha ben chiaro il motivo per cui lo fa. L’esempio di Florence Nightingale vi sia da guida sempre: abbiamo scelto la più bella delle arti, prenderci cura dell’umano e dell’umano tutto».
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