Condividiamo con i lettori le riflessioni della collega Giorgia Chirico.
Sono una giovane infermiera neolaureata, in prima linea a lavorare in un ospedale della Liguria. Vorrei condividere con voi queste semplici righe, che ho scritto di getto per contribuire, nel mio piccolo, a valorizzare ciò che viene fatto, soprattutto in questo periodo, dal personale infermieristico e non solo. Nella speranza che possa contribuire a fare aprire gli occhi alle persone.
Ho nella mente il primo giorno che ho indossato questa divisa. Ricordo i primi pazienti a cui ho prestato assistenza. Ricordo gli sguardi di paura, mascherati da un sorriso. Ricordo quando mi avvicinai per la prima volta a un carrello della terapia, tra pompe infusionali che suonavano senza sosta e campanelli impazziti. Ricordo il primo prelievo con la mano tremolante, nel tentativo di trovare una vena e con la paura di fare del male a quel paziente che mi rassicurava, dicendomi: “signorina, stia tranquilla, deve imparare”. Ricordo il primo parente che mi chiese: “Signorina, ma ce la farà mio marito? Cosa devo fare?”. Ricordo le corse per arrivare in tirocinio puntuale e le sere passate a stirare quella divisa che mi avrebbe rappresentato per il resto della vita. Sì, per tutta la vita.
Il 27 novembre 2019 ho urlato a me stessa di aver fatto la scelta più bella, quella di diventare INFERMIERA. Essere infermiera significa credere nell’umanità delle persone. Significa mettere da parte le proprie problematiche per farsi carico delle preoccupazi altrui. Essere infermiera significa sostituirsi ai parenti di un degente quando questi è solo. Essere infermiera significa avere l’umanità di entrare nell’intimità altrui, senza invaderla. Essere infermiera significa vivere giorno e notte tra vita e morte, tra successi e sconfitte. Essere infermiera implica il non permettersi di avere paura, rassicurare e lavorare instancabilmente. L’essenza dell’infermiere sta nel mantenere la calma e lavorare secondo checklist, perché non è permesso sbagliare, perché si ha in mano la vita umana, quella del paziente e la propria sicurezza.
INFERMIERE significa prestare attenzione a ogni piccolo dettaglio, saper interpretare il linguaggio del corpo, non perdere di vista una prescrizione della terapia. Essere infermiere significa lottare per accompagnare un malato nei suoi ultimi respiri, accudire il lutto dei parenti senza permettersi di versare una lacrima. Essere infermiere significa prendersi anche degli insulti, senza poter reagire, ma mentendo sempre la professionalità. Essere infermiere significa saper lavorare in equipe con oss, medici, tecnici di laboratorio, fisioterapisti per riuscire a impostare un piano di cura soddisfacente per l’esigenze del paziente.
Essere infermiere significa PRENDERSI CURA degli altri, quando a volte sembra così difficile prendersi cura di se stessi. Essere infermiere è una scelta coraggiosa, dal mio umile punto di vista. Una scelta che molto spesso ti porta lontano dalla tua famiglia, dalla tua casa, dalle tue abitudini. E’ una scelta che ti può mettere a dura prova, ma che allo stesso tempo ti riempie il cuore di soddisfazioni. In generale è una scelta coraggiosa scegliere un lavoro che presuppone la parola MALATTIA.
Scegliete anche voi di essere coraggiosi nel rinunciare alla vostra quotidianità in questo momento così difficile. Ricordatevi che, se il personale sanitario si ammala, non ci sarà più nessuno che potrà prendersi cura di voi nel momento di necessità. Rispettate voi, i vostri nonni, la vostra famiglia e i vostri amici. Abbiate senso civico. Abbiate un minimo di umanità verso di voi e i vostri cari, come ogni infermiere (e non solo) fa ogni santo giorno con persone sconosciute e che hanno bisogno. Grazie. #andratuttobene.
Giorgia Chirico
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