Proponiamo un contributo della collega Antonella Perrucci, dedicato ai giovani e coraggiosi Brunella e Giovanni.
Ciao, è Antonella che ti parla, infermiera della Psichiatria all’Ospedale della Murgia di Altamura (Ba). Ma non è di me che voglio parlare, bensì di due infermieri a me cari, Brunella e Giovanni.
Loro sono i veri protagonisti: giovani neolaureati in infermieristica che hanno accettato di indossare il camice e di dire sì a qualsiasi destinazione per entrare nei reparti COVID-19 e dare fin da subito una mano, con la paura legittima che chiunque di noi avrebbe, ma con il coraggio di giganti, l’incoscenza di adolescenti e il rischio di essere contagiati. Dall’altra parte ci sono le loro mamme, che sono in ansia, che chiamano, che aspettano un solo squillo per capire se il proprio figlio sia ancora vivo.
Ti scrivo anche per far capire agli Italiani che loro, “classe 2000”, non sono “gioventù bruciata”. C’è da dire che partono senza un euro in tasca, e da soli devono pagare il fitto di una casa, devono mangiare, pagare le tasse. E dopotutto il D.P.C.M. “COVID-19” emanato da Conte prevede solo incarichi individuali, non rinnovabili. Oltre il danno, la beffa! Orsù, dunque, andiamo oltre. Per non parlare di tanti infermieri che in questa situazione di emergenza non ce la fanno a reggere lo stress e si tolgono la vita.
Mi domando dove sono i supporti psicologici per gli operatori? Non ci sono? Non voglio essere polemica, ma purtroppo questa è la realtà dei fatti. Auguriamo a tutti questi nostri ragazzi esposti in prima persona al fronte di questa guerra invisibile un forte in bocca al lupo per l’emergenza in essere, un futuro pieno di gioia e speranza. Ciao, Brunella e Giovanni. Forza, noi siamo con voi.
Antonella Perrucci
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