Ci si prepara alla “fase due” con moltissime incertezze. In Italia sembra siano state controllate poco meno di 23 persone ogni mille abitanti. Adesso si passerà ai test sierologici a campione che, però, non coprono le vere esigenze di ogni territorio.
Secondo l’articolo riportato in dettaglio sul quotidino “La Stampa”, di A. Barbera, le motivazioni di tali incertezze risiederebbero nella sproporzione dei controlli sul territorio e nel divieto delle Regioni alle aziende di pagare test per i dipendenti (autorizzati solo in 4 Regioni).
L’emergenza è stat gestita diversamente da Regione a Regione.
Ad oggi, con l’eccezione del Veneto, non c’è Regione che autorizzi
i tamponi nelle aziende. Ancora in Veneto e poi in Emilia, Lazio e Liguria sono autorizzati i test sierologici. La Campania e la Puglia hanno firmato persino delibere per vietare iniziative perché mancano mezzi e personale. Il timore dei governatori è quello di restare senza i materiali e le strutture necessarie ai test negli ospedali o per i sintomatici.
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