Marco Lenzoni dovrà rispondere delle sue denunce a mezzo stampa. Aveva raccontato anche le precarie condizioni all’interno di una Rsa.
Il 17 marzo scorso aveva parlato al quotidiano Il Tirreno delle “scarsissime misure di sicurezza” e delle “mascherine antipolvere che non preservano dal coronavirus” in dotazione agli infermieri dell’ospedale di Pontremoli (Massa Carrara). Per questo motivo la commissione disciplinare dell’Asl Toscana Nord Ovest ha avviato un procedimento disciplinare a carico dell’infermiere Marco Lenzoni, convocato per il prossimo 9 giugno a Livorno, dove dovrà rispondere delle sue denunce a mezzo stampa.
Secondo l’Azienda sanitaria, Lenzoni, che è anche sindacalista Uil, avrebbe creato “sfiducia nei confronti dell’Azienda e dei suoi dipendenti” e allarmato “la popolazione già provata in un momento di emergenza sanitaria”. L’infermiere ha successivamente denunciato al Fatto Quotidiano, lo stato “di abbandono” in cui versano gli anziani della Rsa Galli-Bonaventuri di Pontremoli – sei morti e una decina di contagi – e, con tanto di foto, il suo lavoro “accanto alle bare” degli ospiti defunti.
“Ho dovuto fare questa denuncia a mezzo stampa dopo aver chiesto più volte delle mascherine FFP2, ma nessuno mi ha ascoltato – replica Lenzoni al Fatto Quotidiano –. Non ho avuto altra alternativa se non quella di chiedere aiuto pubblicamente sui giornali, ma invece di aiuto ho ricevuto una ritorsione”.
Secondo l’Asl, l’infermiere avrebbe “rilasciato dichiarazioni alla stampa senza darne alcuna spiegazione e fondamento su dati reali”. Quanto da lui denunciato sarebbe stato detto “come se fosse un’incontestata verità, anziché relazionarsi con i livelli organizzativi interni”. Così facendo, sempre secondo l’Asl, avrebbe violato una serie di norme del Contratto collettivo nazionale del lavoro e del regolamento aziendale, e quindi deve essere sottoposto a procedimento disciplinare.
La Rsa di Pontremoli, poi, era stata costretta a chiedere aiuto all’Asl perché i suoi quattro infermieri erano risultati positivi. Così, tutti i giorni, due infermieri dell’Asl vi sono andati per somministrare i medicinali. Tra questi, anche Lenzoni, che aveva raccontato la grave situazione dopo aver inviato una lettera a Regione e Asl per chiedere più mezzi e più infermieri.
A metà aprile la struttura è stata chiusa e gli ospiti sono stati trasferiti nella Rsa no-Covid di Villa Angela. “Io curerei la gente anche senza mascherina – conclude l’infermiere –, ma fate tesoro degli errori per essere più organizzati in futuro. La salute pubblica viene prima di tutto. Basta con le minacce e i consigli di disciplina”.
Redazione Nurse Times
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