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Emicrania: rischio demenza per chi ne soffre?

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Emicrania, nuovi farmaci riducono la frequenza degli attacchi
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E’ qunto sostengono i ricercatori dell’Università di Copenaghen.

L’emicrania colpisce circa il 12% della popolazione mondiale, quasi un miliardo di individui. Solo in Italia ne soffrirebbero circa 6 milioni di persone e di recente è emerso che potrebbe essere anche un indizio di futuri problemi di memoria e ragionamento. Le persone interessate, infatti, potrebbero manifestare un tasso doppio di demenza rispetto al resto della popolazione. A rivelarlo sono i risultati di uno studio illustrato al convegno scientifico dell’American Headache Society (AHS), tenutosi in modalità virtuale.

In particolare la segnalazione arriva dai ricercatori dell’Università di Copenaghen, che hanno esaminato i dati dei registri nazionali di persone nate in Danimarca tra il 1935 e il 1956 le quali hanno compiuto 60 anni prima del 2017, includendo in totale 62.578 persone. Gli esperti hanno riscontrato che i tassi di demenza sono risultati praticamente raddoppiati nei pazienti affetti da emicrania con aura (una forma preceduta da diversi sintomi tipo visione di lampi, deformazioni degli oggetti, oscuramento di metà campo visivo, ma anche addormentamento del braccio e della gamba) rispetto a chi non aveva mai avuto una diagnosi di emicrania. Inoltre è emerso come chi soffrisse di emicrania senza aura abbia manifestato un tasso del 20% più alto. Le persone con una diagnosi ospedaliera di emicrania in un’età compresa tra i 31 e i 58 anni, poi, avevano un tasso di demenza superiore del 50% dopo i 60 anni rispetto agli altri.

“Il nostro è il primo studio nazionale di registro che analizza questo legame – ha detto Sabrina Islamoska, tra gli autori principali del lavoro di ricerca -. L’emicrania è associata a malattie cerebrovascolari, metaboliche e fattori comportamentali. Questi possono portare a atrofia cerebrale, cambiamenti nelle reti cerebrali e neurodegenerazione. Identificare i fattori di rischio per la demenza è importante perché significa individuare in anticipo coloro che potrebbero essere a rischio maggiore di sviluppare questa malattia”. Adesso, come confermato dagli stessi ricercatori danesi, saranno decisivi nuovi studi in merito per comprendere meglio “se un adeguato trattamento terapeutico dell’emicrania possa prevenire la demenza”.

Redazione Nurse Times

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