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Ferragosto: una giornata dedicata agli infermieri di neonatologia

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Ferragosto: una giornata dedicata agli infermieri di neonatologia
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Sin e Sin Inf sostengono l’International Neonatal Nurses Day, celebrato ogni anno il 15 agosto.

La Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Neonatologia Infermieristica (SIN INF) sostengono l’International Neonatal Nurses Day, celebrato ogni anno il 15 agosto. La Giornata, istituita dal Council of International Neonatal Nurses (COINN), è dedicata all’importante ruolo svolto dagli infermieri delle neonatologie di tutto il mondo.

Oggi, in Italia, il percorso formativo universitario e la disponibilità di master post-base diversificati preparano professionisti in grado di erogare livelli assistenziali di eccellenza, che rappresentano quindi un’importante risorsa per le aziende sanitarie. Ovunque nasca un neonato vi è un infermiere di neonatologia che opera con elevate competenze all’interno di team multidisciplinari, insieme a neonatologi, ginecologi e ostetriche. Ciò è vero soprattutto dove è indispensabile erogare un’assistenza altamente specializzata, come ad esempio all’interno delle unità di terapia intensiva neonatale. Qui agli infermieri sono richieste abilità professionali superiori, ottima capacità di valutazione e l’utilizzo di piani assistenziali molto
complessi. Tutte capacità che si acquisiscono con anni di studio, passione ed esperienza, e che, tuttavia, non possono prescindere dalla capacità di “saper essere” infermieri, e quindi di entrare empaticamente dentro il vissuto dei genitori.

È l’infermiere che affianca i genitori per più tempo, accoglie i loro racconti e li sostiene nei momenti di sconforto e paura, ed è lui che li incoraggia ad
acquisire fiducia in se stessi e nelle cure. È un professionista preparato per stare accanto a mamme e papà che, per la prima volta, entrano in contatto pelle a pelle con il proprio neonato gravemente pretermine e a instaurare con loro un rapporto educativo e di collaborazione, poiché la vicinanza ai
propri figli è vitale e parte integrante delle terapie. Infine, quando tutta la tecnologia e la medicina intensiva non sono più sufficienti a garantire la vitadi un neonato, gli infermieri sono preparati a svestirsi completamente delle loro abilità tecniche e scientifiche ed essere semplicemente presenti, talvolta in silenzio, per aiutare i genitori ad affrontare l’inaccettabile.

L’attività infermieristica in ambito neonatale, quindi, ha diverse complessità assistenziali. La terapia intensiva neonatale (Tin), per esempio, richiede infermieri con competenze avanzate, perché si assistono neonati in imminente rischio di vita e che, non di rado, arrivano a pesare anche meno di 400 grammi. In Italia sono 116 le Tin attive.

Fabio Mosca, presidente della Sin, spiega come gli infermieri nelle terapie intensive neonatali siano «da sempre un importante punto di riferimento, sia per il sostegno ai genitori, sia per le cure date ai loro neonati 24/24 h, che uniscono l’umanizzazione ad un’accurata organizzazione e qualità dell’assistenza, con l’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate». E aggiunge: «Questa giornata mondiale, dedicata a tutti gli infermieri che lavorano nelle Tin è anche l’occasione per accendere ancora una volta i riflettori sulla scarsità delle risorse dedicate alla cura del neonato, in particolare quelle umane, sia mediche che infermieristiche».

Denis Pisano, presidente della Sin Inf, citando i dati della Fnopi, la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, aggiunge: «Gli ultimi dati parlano di oltre 50mila infermieri in meno rispetto alle attuali necessità. Per dare un’idea del problema, si pensi che in Italia abbiamo circa 5,5 infermieri ogni mille abitanti, contro i 10,5 in Francia e i 13 in Germania. In Italia gli infermieri impegnati nelle neonatologie vivono in prima persona gli effetti legati alle carenze nelle dotazioni organiche e ciò porta, in molti casi, ad avere unità operative in continuo affanno. La situazione è diventata ancora più evidente in piena pandemia da Covid-19, quando si è reso necessario riorganizzare l’assistenza e redistribuire risorse umane e spazi. Tentare di colmare questo gap consentirebbe di dare una migliore risposta in termini di sicurezza e qualità delle cure anche all’area neonatologica, che ospita, ricordiamolo, la fetta di popolazione più fragile in assoluto».

Redazione Nurse Times

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