Il Sindacato nazionale autonomo medici italiani non le manda a dire: “I farmacisti usino altri metodi per attirare clienti”.
Lapidario il commento dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) sulle pressioni dei farmacisti per effettuare i vaccini anti-influenzali in farmacia. “E’ talmente chiaro che non debbano esserci commistioni tra le professioni – dice Angelo Testa (foto), presidente nazionale del sindacato – che sembra assurdo persino parlarne. Invece assistiamo ai corsi certificati per ‘farmacisti vaccinatori’, servizi televisivi che parlano della possibilità di somministrare i vaccini nelle farmacie e a una serie di sollecitazioni per convincere l’opinione pubblica della bontà del percorso in cui qualcuno, senza alcuna competenza, vorrebbe “mettere le mani addosso” al paziente, praticando un atto indiscutibilmente medico”.
Prosegue Testa: “E’ come se noi medici facessimo anche i farmacisti nei nostri studi, vendendo pure direttamente le medicine, tra l’altro palesando un grosso conflitto di interessi. Se un paziente ha una reazione avversa post-vaccino, cosa farà il farmacista, chiamerà il medico? Che le farmacie utilizzino altri metodi per attirare i clienti in farmacia. E la piantino di sostenere sciocchezze!”.
Infine: “Apprezziamo l’intervento del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che ha fatto analoghe affermazioni sull’argomento, a dimostrazione dell’attenzione degli Ordini alla difesa della categoria. Analoga presa di posizione è auspicabile per far rispettare la deontologia medica da parte di medici che hanno esternato offese nei confronti di altri medici, in maniera reiterata, pubblicamente e sulla stampa, come inutile dimostrazione muscolare di chi, sentendosi più forte, giudica lesa maestà il fatto che la stragrande maggioranza dei medici non ha preso in considerazione gli ordini di scuderia sui i test sierologici per il Covid e ha ragionato con la propria testa”.
Redazione Nurse Times
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