Rilanciamo un articolo pubblicatgo dalla presidente Fnopi su L’Infermiere, organo ufficiale della Federazione.
“La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere”, scriveva Plutarco. E la formazione è il pilastro di ogni professione e la migliore garanzia per tutti i cittadini che usufruiscono di professionisti preparati e in grado di rilevare e risolvere i loro bisogni di salute, accende la professionalità e la capacità di chi la segue e ne fa tesoro ogni momento della sua vita, perché, come ha scritto Konrad Lorenz, “La vita è un processo di conoscenza. Vivere è imparare”.
Concretizzare ancora più operativamente le specializzazioni infermieristiche grazie alla crescita della formazione, già radicate nel resto d’Europa, rappresenta una delle strade imprescindibili della formazione professionale e di tutto il sistema sanitario. A fronte di questo, tuttavia, resta ovviamente prioritario e necessario mantenere la formazione aggiornata e in grado di garantire la professionalità acquisita.
La Fnopi ha sempre tenuto nella massima considerazione l’aggiornamento professionale e il ruolo strategico degli infermieri nel sistema Ecm. Sia nel Codice deontologico che attraverso la rete dei referenti Ecm, realizzata proprio a questo scopo, c’è l’obiettivo di mantenere e sviluppare conoscenze e competenze: una necessità oggi per ogni professionista della salute, per garantire ai cittadini assistiti la tutela della salute, assicurando l’efficacia e l’approppriatezza delle cure erogate.
La Fnopi, in questo senso, ritiene di attribuire alcune caratteristiche fondanti della formazione:
– massima espressione del valore fondamentale della tutela della salute dei cittadini attraverso il potenziamento e la valorizzazione dei fattori di sviluppo del capitale umano in sanità;
– strumento-cardine del management delle aziende sanitarie e della sicurezza delle cure;
– processo di aggiornamento permanente di alto livello in ambito sanitario in cui si realizza il mantenimento e lo sviluppo delle competenze e abilità professionali per rispondere in maniera sempre più appropriata al continuo modificarsi del contesto demografico, epidemiologico, dei bisogni di salute, del progresso scientifico e tecnologico;
– sistema Ecm sempre più “mezzo” e non “fine” integrato e solidale tra il livello nazionale, regionale e provinciale basato su regole comuni e condivise e su principi di efficacia, trasparenza, e indipendenza da interessi commerciali;
– diritto/dovere di curare la propria formazione e le proprie competenze professionali nell’interesse della salute individuale e collettiva dei cittadini;
– sviluppo del proprio percorso professionale – grazie alla formazione -, un fattore strategico e insostituibile per essere al passo con una sanità in continua evoluzione ed elemento fondamentale per avvicinare sempre di più il professionista infermiere alla persona assistita;
– principale strategia e strumento per il governo del rischio clinico e della responsabilità professionale;
– sistema dove Il professionista sia veramente il principale protagonista della costruzione e realizzazione del proprio percorso formativo successivo alla formazione di base: un “long life learning” da sviluppare tutta la vita professionale, rendendo evidente, prima di tutto, una maggiore consapevolezza nell’ottica della responsabilità condivisa e tra professionista e organizzazione;
– requisito indispensabile per svolgere attività professionale in qualità di dipendente o libero professionista e che spetta agli Ordini, oggi organi sussidiari dello Stato, di vigilare sull’adempimento da parte degli iscritti.
La Federazione è impegnata ogni giorno nello sviluppo virtuoso della professione infermieristica, promuovendo, tra le varie iniziative, percorsi che garantiscano all’infermiere l’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze, via via sempre più in linea con l’evoluzione del Sistema sanitario nazionale e con le esigenze reali dei cittadini.
Tutto questo gli infermieri lo sanno e ne hanno coscienza e volontà. Secondo gli ultimi dati Cogeaps infatti sono circa 448mila quelli che hanno seguito corsi di formazione Ecm (gli iscritti agli ordini sono poco più di 450mila, quindi a mantenere vivo l’apprendimento sono anche, coscientemente, i pensionati). Una manifestazione di volontà che si è intensificata durante la pandemia, come testimonia la partecipazione ai vari corsi organizzati dall’Iss e dalla stessa Federazione, che hanno avuto una percentuale altissima di partecipanti infermieri (quasi sempre oltre il 90%).
Gli infermieri studiano, si formano, si aggiornano e tengono sempre viva la loro formazione perché da questa dipende la loro capacità professionale e quella di soddisfare i bisogni di cura e assistenza dei pazienti, ed è l’infermiere a essere responsabile della propria formazione perché sa che questa attività è imprescindibile non tanto per la sua obbligatorietà, quanto per il proprio sviluppo professionale di carriera e per il mantenimento della propria competenza e compliance con gli assistiti.
Redazione Nurse Times
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