Ci sarebbero luoghi dove è più facile contrarre il coronavirus, rispetto ad altri.
A dirlo sono diversi studi. Tra gli ultimi quello dell’assessore alla sanità di Puglia ed epidemiologo Pier Luigi Lopalco. Questi ha ricercato sul focolaio scoppiato in uno stabilimento in cui si lavorano le carcasse ad uso alimentare. La cuasa della diffusione del contagio da coronavirus era da attribuire alle condizioni del luogo, e cioè – nel caso particolare – al freddo delle celle e all’umidità, che avevano abbassato le difese immunitarie degli operatori.
“Gli ambienti a più alto rischio sarebbero quelli interni con scarsi sitemi di ventilazione e con l’impossibilità di mantenere una distanza adeguata” ha detto il dottor Jeff Pothof, il responsabile di UW Health di Madison (Stati Uniti). “L’esempio più comune sarebbe un bar affollato con persone che devono parlare ad alta voce a causa del chiasso e devono abbassare frequentemente la maschera per mangiare o bere”.
Ma anche la chiesa non è un posto sicuro come sembrerebbe.
I posti, secondo alcuni studi, più sicuri sarebbero i supermercati, le biblioteche e musei, e i luoghi aperti dove è possibile mantenere la distanza di sicurezza e dove non è necessario abbassare la mascherina (come accadrebbe, invece, nei ristoranti).
A “rischio medio” di contagio appaiono essere i centri commerciali e i mezzi di trasporto pubblici, ma anche metro e luoghi pubblici (come può essere, ad esempio, una piscina comunale).
Fonti: healthline.com; quifinanza.it;
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