Stop alle carenze ormai croniche di infermieri, ma con una seria programmazione che non aumenti la precarietà; ma consenta alle aziende pubbliche di garantire i servizi ai cittadini, anche in casi eccezionali come quello della pandemia.
Retribuzioni che recuperino le differenze oggi esistenti a livello europeo e riconoscano il livello formativo, l’impegno e la professionalità degli infermieri.
La competenza e la responsabilità peculiari che il sistema sanitario richiede agli infermieri deve trovare un adeguato riconoscimento sul piano giuridico ed economico.
Questi i temi affrontati in un video-incontro tra la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) e i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil .
Nell’incontro, in analogia con quanto già avvenuto con Nursing Up Nursind e Fials; si è approfondito il tema del grande riconoscimento che è stato accordato dai cittadini agli infermieri nella prima ondata pandemica; per quello che sono riusciti a garantire ben al di la dell’obbligo contrattuale; a cui non è seguito un conseguente riconoscimento con atti concreti e nemmeno con progetti da porre in essere.
In questa seconda ondata, ancora più pesante della prima se si pensa che in un solo mese si è già a oltre 9mila infermieri contagiati su un totale di oltre 25mila da inizio pandemia e che in poco più di due mesi si registrano i decessi già di ulteriori 8 infermieri rispetto ai 40 persi da febbraio a giugno, il sistema ha bisogno ancora della competenza, responsabilità e partecipazione degli infermieri.
Quali strumenti si devono attivare per avere garanzia di un riconoscimento concreto? Su questo si sono formulate differenti ipotesi e si è attivato un confronto che continuerà nei prossimi giorni.
Uno dei temi più caldi e complessi resta quello della carenza di infermieri e di una programmazione realizzata con criteri in grado di cogliere le vere esigenze dei cittadini. Anche su questo si è concordato di cambiare pagina rispetto ai meccanismi emergenziali messi attualmente in campo: la pandemia ha drammaticamente messo in evidenza questo deficit e da questo punto di vista la presa di consapevolezza può dare l’opportunità di un reale cambiamento di prassi che va disegnato e sostanziato tra l’organo professionale degli infermieri, la FNOPI, e quelli che si occupano della tutela dell’organizzazione del lavoro, i sindacati.
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