A questa conclusione è giunto uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Non ci sarebbe alcun nesso tra la Chronic Wasting Disease (CWD), malattia da prioni che si sta diffondendo in forma epidemica e incontrollabile nelle popolazioni di cervidi del Nord America, e un’altra malattia simile, recentemente descritta in renne e alci del Nord Europa (Norvegia, Svezia, Finlandia). I responsabili, in quest’ultimo caso, sono infatti ceppi di prioni fino ad oggi sconosciuti.
A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell’Iss in uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS, condotto in collaborazione con il Norvegian Veterinary Institute di Oslo (Norvegia), la Canadian Food Inspection Agency di Ottawa (Canada) e la Colorado State University di Fort Collins (Usa).
La caratterizzazione e il confronto dei ceppi è stato possibile grazie alla trasmissione in un piccolo roditore, l’arvicola (Myodes glareolus), un modello animale sviluppato dall’Iss, molto suscettibile alle malattie da prioni, che ha consentito di verificare che la forma di CWD descritta in Europa è causata da più ceppi di prione, differenti da quello responsabile della malattia in Nord America.
“I dati ottenuti, tuttavia, hanno anche significative implicazioni in termini sanitari – spiega Romolo Nonno, ricercatore del Dipartimento di Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Iss, leader della ricerca –. Trattandosi di ceppi di prioni nuovi ed emergenti, e per i quali le informazioni sono ridottissime, occorre adottare adeguate misure di prevenzione in ambito medico e veterinario, ed effettuare studi specifici ai fini della valutazione del rischio per la salute umana e animale”.
Redazione Nurse Times
Lascia un commento