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NAS: tamponi abusivi e mancate comunicazioni di positività

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NAS: tamponi abusivi e mancate comunicazioni di positività
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145 mila euro di sanzioni per tamponi svolti abusivamente e in ambienti non idonei. Sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi

Nel corso delle verifiche svolte dai Carabinieri dei NAS, è stata scoperta l’attivazione abusiva di punti prelievo, ematici e biologici, in aree improvvisate, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. In un caso, è stata avviata una campagna di screening della popolazione, affidata da alcuni Comuni ad un laboratorio, senza alcuna comunicazione preventiva all’Autorità sanitaria.

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministro della Salute, ha svolto specifiche verifiche sulla regolarità delle attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del virus SARS-CoV-2.

Nel corso dell’ultima settimana sono stati ispezionati 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ed altre strutture similari.

“Le ispezioni, condotte su scala nazionale, – si legge sul sito del Ministero della Salute – hanno rilevato irregolarità presso 67 centri oggetto di controllo, contestando 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni pecuniarie. Di queste il 60% delle violazioni rilevate dai NAS è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico”.

Per quanto riguarda l’omessa / ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti , il dato è risultato pari al 14% rispetto alle sanzioni rilevate.

Sono state inoltre accertate la mancata predisposizione ed attuazione di piani e protocolli preventivi all’interno delle cliniche, come la carenza di procedure gestionali, di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali (11%), e di requisiti tecnici e professionali nell’esecuzione degli accertamenti diagnostici. In ben 6 episodi si è riscontata l’assenza di tecnici di laboratorio abilitati e l’uso di reagenti e diagnostici scaduti, comunque impiegati nell’effettuazione delle analisi.

Un ulteriore fenomeno rilevato è la vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche anticorpali destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi. Sono stati sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi.

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