Vediamo cosa prevede la bozza del nuovo decreto, che oggi sarà sottoposta all’attenzione delle Regioni. Poi la firma del premier Conte e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Domani l’entrata in vigore.
“Senza misure rigorose durante le feste, ci ritroveremo a febbraio con una terza ondata peggiore della seconda”. Lo ha ripetuto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’immediata vigilia del decreto emanato ieri sera dal Governo, che contiene i nuovi provvedimenti nel periodo delle festività natalizie e allunga la durata della validità delle misure anti-Covid. “In primo luogo si interviene sul termine massimo di durata, che da trenta diventa di cinquanta giorni, delle misure per fronteggiare nel modo più efficace l’emergenza”, si legge infatti nel testo.
Ora la bozza del Dpcm con le nuove misure per il contrasto al contagio da coronavirus deve essere inviata alle Regioni perché abbiano tempo per formulare rilievi prima della firma del premier Giuseppe Conte, attesa nel pomeriggio di oggi. Raccolti tali rilievi, il Governo dovrebbe fare un’ultima messa a punto della bozza perché Conte possa firmarla nel pomeriggio e il testo possa essere pubblicato in Gazzetta ufficiale in serata o comunque entro la mezzanotte. Le misure saranno così in vigore da domani, 4 dicembre. Vediamo, nel dettaglio, cosa prevede il nuovo decreto.
Divieto di mobilità tra regioni – Dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà più spostare neppure tra regioni gialle. Saranno permesse deroghe per ritornare ai luoghi di residenza o domicilio, sempre e comunque per tornare alla propria abitazione. Restano sempre le eccezioni per motivi di necessità, lavoro o salute.
No a spostamenti tra Comuni a Natale e Capodanno – Il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio sarà proibito anche spostarsi dal Comune nel quale ci si trova, che sia quello di residenza, domicilio o meno. Nel decreto si legge: “Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1 gennaio 2021 è vietato ogni spostamento tra Comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”.
Stop a seconde case fuori regione – Dal 21 dicembre al 6 gennaio sarà consentito tornare presso la propria abitazione fuori regione, ma non ci si potrà spostare “verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune”.
Possibili misure restrittive non legate ai colori – Dal 21 dicembre al 6 gennaio si potranno adottare misure restrittive per tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalle fasce di rischio caratterizzate dai diversi colori.
Ristoranti aperti a pranzo nelle festività – Restano chiusi bar e ristoranti dalle 18. A Natale, Santo Stefano, Capodanno e il 6 gennaio saranno però aperti a pranzo, con il limite probabile dei quattro commensali.
Ristoranti chiusi negli hotel a Capodanno – Per i clienti degli hotel è previsto, nella serata di Capodanno, solo il servizio in camera. Resteranno invece chiusi i ristoranti delle strutture alberghiere. Un modo per evitare l’escamotage a cui molti stavano ricorrendo per festeggiare l’ultimo dell’anno fuori casa.
Coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi la sera – Tra le misure che dovrebbero essere confermate nel nuovo Dpcm c’è il coprifuoco fissato alle 22 e fino alle 5 del mattino successivo, se non per motivi di necessità, lavoro o salute, anche a Natale e Capodanno. A rischio, quindi, il cenone della vigilia anche nelle case, in modo da evitare tavolate tra parenti e spostamenti vari. Bar e ristoranti chiuderanno alle 18, come avviene già ora, anche nelle regioni gialle, colore che dovrebbero assumere tutte le altre entro le festività. Ma potranno restare aperti per il pranzo di Natale e Santo Stefano, a Capodanno e il 6 gennaio.
Messe natalizie entro le 20 – Con il coprifuoco confermato alle 22, le messe natalizie inizieranno entro le 20. “Si dovranno concludere presto, entro l’orario per rientrare a casa per il coprifuoco delle 22 – ha precisato la sottosegretaria dem alla Salute, Sandra Zampa –. Quindi verso le 20:30. È una decisione presa in accordo con la Cei, la quale ha capito perfettamente l’esigenza”.
Negozi aperti fino alle 21 – Potrebbe essere spostato alle 21 l’orario di chiusura dei negozi. Questo per permettere di allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contigentati per evitare gli assembramenti. I centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festività natalizie.
Chiuse le piste da sci e vietate le crociere – Niente vacanze di Natale sulla neve. Il Governo è intenzionato a non consentire l’apertura degli impianti sciistici per il rischio assembramenti. Il ministro Speranza ha ribadito che il problema non sono gli impianti, ma le situazioni di socialità che inevitabilmente verrebbero a crearsi. Vietato anche andare in crociera. Il Governo ha deciso infatti di proibire i viaggi sugli “hotel del mare”.
Quarantena per chi torna dall’estero – Dal 20 dicembre potrebbe scattare la quarantena per chi torna dall’estero, una misura pensata soprattutto per chi voglia andare a sciare in Svizzera, Paese che ha tenuto le piste aperte, o in Paesi dell’Unione europea, come la Slovenia.
I nodi da sciogliere – Tra i nodi da sciogliere c’è sicuramente la questione della scuola. Il premier insiste per riaprire le superiori il 14 dicembre. Ma non trova tutti d’accordo: le lezioni torneranno in presenza, con ogni probabilità, dopo l’Epifania, ossia il 7 gennaio. Nel prossimo Dpcm ci saranno misure “per un graduale rientro a scuola, al quale stiamo lavorando in queste ore”, ha garantito la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Mentre Zampa commenta: “Le scuole superiori potrebbero riaprire a metà dicembre. Ci sono discussioni in corso, ma per me sarebbe meglio aprirle a gennaio. Dobbiamo prima progredire nei risultati, perché l’obiettivo non è stato ancora raggiunto”.
Altro tema che fa discutere, soprattutto all’interno della maggioranza, sono i ricongiungimenti familiari, con eventuali deroghe negli spostamenti tra regioni, rigorosamente vietati dal 21 dicembre al 6 gennaio. Al momento sembra prevalere le linea dura: vietato viaggiare per ricongiungersi con i parenti nei luoghi in cui non si è residenti. Ciò “salvo ragioni di necessità come assistere un genitore solo, che richiederanno l’autocertificazione”, ha spiegato Zampa, aggiungendo: “Due congiunti che abitano in due regioni diverse, ma gialle, e partono prima del 20 dicembre, potranno vedersi”.
L’altro dibattito in corso riguarda il numero di persone a tavola durante le feste in famiglia. La raccomandazione che prevale è quella di pranzare e cenare solo con i conviventi, è la stessa Zampa a precisare: “Non indicheremo limiti per il numero di persone a tavola, ma sconsiglierei di aprire ai non conviventi. Aiutarsi, questa volta, significa rinunciare a vedersi”.
Redazione Nurse Times
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