Il leader del sindacato ha scritto al presidente della Commissione Bilancio della Camera, Fabio Melilli.
“All’interno del vasto panorama delle figure professionali sanitarie, quella dell’infermiere si sostanzia in un complesso integrato di conoscenze, competenze e abilità che non sono finalizzate a produrre mere prestazioni, come accade per altri operatori, bensì un insieme integrato e dinamico di attività complesse, di tipo preventivo, curativo e di salvaguardia della salute individuale e collettiva”.
Con queste parole Antonio De Palma (foto), presidente nazionale del sindacato Nursing Up, si è rivolto in una missiva all’onorevole Fabio Melilli, presidente della Commissione Bilancio della Camera, e a tutti i componenti della medesima, sollevando la straordinaria specificità del ruolo infermieristico nel mondo sanitario italiano e chiedendo ancora una volta a gran voce che siano spente sul nascere pericolose iniziative che rischiano di depauperare quanto gli infermieri italiani hanno ottenuto finora. Ovvero ottenere la prima indennità specifica, che porterà più di 100 euro nelle tasche di quei professionisti della sanità che stanno continuando, in un frangente delicato come quello della seconda ondata della pandemia, a dimostrare sul campo di essere in grado di reggere il peso di un sistema deficitario e disorganizzato, rischiando la propria pelle con turni massacranti, carenza di personale e sistemi di protezione individuale sempre più discutibili. Come il caso di quegli infermieri del Covid Center dell’Ospedale del Mare di Napoli, che nell’ambito dello stesso turno devono occuparsi di reparti Covid e non Covid, rischiando loro malgrado di diventare veicolo di infezione.
De Palma, nel suo documento inviato alla Camera, fa riferimento a possibili emendamenti, sostenuti anche da alcuni sindacati generalisti, che chiedono di allargare le risorse per gli infermieri anche alle altre categorie del comparto sanitario, distruggendo sul nascere un traguardo che invece valorizza i primi per la loro specificità: “Nulla si tolga agli infermieri. Anzi, il Parlamento integri le risorse già previste con almeno altri 100 milioni. Questo si deve, se si intende davvero rendere valorizzante (almeno in piccola parte) questa indennità, destinata a ricompensare la delicata funzione assistenziale infermieristica”.
Intanto, dopo Savona, Como, Ferrara, Caserta, Salerno, Trento, oggi scenderanno in strada, davanti alle rispettive prefetture, gli infermieri di Milano, Napoli, Bolzano, Genova e Bologna. “Durante questi giorni di lotta – prosegue De Palma – molti ci hanno definiti come un sindacato particolarmente combattivo, perchè da mesi manifestiamo in tutte le piazze, cosa mai accaduta. Noi siamo gli infermieri italiani, che in questo mese di dicembre hanno deciso di continuare la protesta per accompagnare il Parlamento nell’approvazione definitiva di una indennità frutto di nostre lotte. Ed ancora una volta abbiamo fatto bene ad assumere questa decisione, se pensiamo ai tentativi che si rincorrono in Parlamento, per annacquare la nostra indennità con emendamenti dell’ultim’ora. Continueremo ancora, se necessario, fino a che la nostra indennità non sarà legge dello Stato, e per gridare a gran voce le nostre istanze, ricordando a questo Governo il nostro ruolo chiave nel sistema sanitario”.
Redazione Nurse Times
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