La professoressa dell’Università di Padova dice la sua su una vicenda che sta creando non pochi malumori.
Il taglio della fornitura di vaccini anti-Covid annunciato dall’azienda farmaceutica Pfizer ha creato non pochi malumori in Italia. Oltre al disappunto pubblicamente manifestato dal commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, si registrano reazioni un po’ da tutta la comunità scientifica.
A fare chiarezza sulla vicenda ha provato Antonella Viola (foto), immunologa dell’Università di Padova, nel corso di un intervento a Radio24: «Il problema è di produzione, perché Pfizer e Moderna si sono trovate da sole a fare fronte alle richieste mondiali. Per questo hanno dovuto rivedere il processo produttivo, mantenendo standard qualitativi alti. Ma per riuscirci occorre fare aggiustamenti che comportano ritardi. L’azienda avrebbe dovuto avvisare in anticipo, ma occorre lavorare insieme e venire incontro alle esigenze dei Paesi».
Ma come si potrebbe risolvere questo problema? «La strada dovrebbe essere la produzione su licenza: piuttosto che aspettare le case madri, le aziende presenti sui territori potrebbero fare accordi e iniziare la produzione. Ci sono aziende fuori dall’Italia che si stanno muovendo in questa direzione».
I numeri dell’epidemia in Italia, intanto, sembrano in frenata. Viola, però, invita alla prudenza: «Stiamo vedendo gli effetti dei sacrifici fatti, ma non è il momento di abbassare la guardia. Stanno circolando nuove varianti e occorre prestare attenzione finché non avremo un buon numero di persone vaccinate. L’Italia ha dimostrato di saper usare le dosi che arrivano. Dipenderà ora dalla quantità di vaccino che arriverà. Ma possiamo iniziare a sperare che in estate ne saremo fuori, grazie alle persone vaccinate e alla minor circolazione del virus in quella stagione».
Redazione Nurse Times
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