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Corso Fad ecm gratuito “La sindrome di Brugada: quando il defibrillatore, quando l’ablazione transcatetere?”

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Covid e cuore: un marcatore del rischio morte 1
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La continua evoluzione tecnologica, i risultati innovativi della ricerca farmacologica, unitamente all’acquisizione di metodiche diagnostiche sempre più raffinate, rendono l’aggiornamento professionale in campo cardiologico una costante necessità per tutti gli operatori, medici, tecnici e infermieri, che a vario titolo sono impegnati nella lotta alle malattie cardiovascolari.

La sindrome di Brugada fu inizialmente descritta nel 1992 in un articolo in cui era presentata una serie di otto pazienti che mostravano un blocco di branca destra, un’elevazione ST persistente di almeno 0,1 mV nel precordiale destro (da V1 a V2-V3) e SCD rianimatore ripetitivo. Questa fu la prima definizione di BS, per molti anni conosciuta come la sindrome del “blocco di branca destra, elevazione del segmento ST persistente e morte improvvisa”.

Nel 1996, diverse segnalazioni, provenienti principalmente dal Giappone, iniziarono a chiamarla “sindrome di Brugada”. Si tratta di una malattia dei canali ionici, che può essere causa di morte improvvisa aritmica.

Il sospetto di questa patologia nasce dall’elettrocardiogramma, che mostra dei segni peculiari.

Tuttavia, tali segni non sono patognomonici e la prima sfida quindi, in presenza di detti segni elettrocardiografici, è di distinguere i casi affetti da quelli non affetti. La diagnosi differenziale con alcune entità cliniche può essere difficile.

Possono sorgere dubbi quando si tratta di pazienti con blocco di branca destra, atleti e pazienti con displasia ventricolare aritmogenica. Una migliore comprensione della fisiopatologia e delle basi genetiche della patologia potrebbe consentire di ridefinire la sindrome e stabilire nuovi criteri diagnostici, oltre a un unico pattern ECG, l’elevazione del segmento ST. Venticinque anni fa, la sindrome era definita da questa caratteristica dell’ECG.

Questa definizione è stata utile finora, tuttavia ha dei limiti.

Nonostante tutte le conoscenze genetiche ora disponibili, alcuni pazienti rimangono difficili da caratterizzare. Una volta stabilita la presenza della sindrome, il passo successivo è di stabilire la terapia per prevenire la morte improvvisa.

Le due principali opzioni sono l’impianto del defibrillatore e/o l’ablazione transcatetere. In questo corso verranno discusse le indicazioni e i risultati di queste opzioni terapeutiche e l’approfondimento di questo tema di elevata attualità è stato affidato al Dottor Pietro Delise, dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale “P. Pederzoli” di Peschiera del Garda.

Periodo di pubblicazione: dal 31/03/2021 al 31/03/2022 . Codice ECM: 316334. Durata 1 ora. Crediti ECM: 1

Specializzazioni accreditate: Medici chirurghi specializzati in Cardiologia, Malattie dell’apparato respiratorio, Geriatria, Medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza, Medicina interna, Medicina dello sport, Neurologia, Anestesia e rianimazione, Medicina generale (Medici di famiglia), Cardiochirurgia – infermieri – Tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare

Per iscriversi clicca sul seguente link fad.clinicalforum.eu/

Redazione Nurse Times

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