Una scelta indotta dalla carenza di personale. Avviati contatti con Tunisia e Argentina.
Per far fronte alla carenza di personale l’Asl 2 Savona cerca di reclutare infermieri all’estero. Nel mese di giugno, massimo luglio, saranno aperti infatti i concorsi per stipulare contratti a tempo determinato – il numero dei posti è ancora da stabilire – e riservati a operatori provenienti da oltreconfine.
Tra i motivi della decisione, naturalmente, l’epidemia di coronavirus, che ha costretto all’utilizzo di forza lavoro in reparti dedicati, oltre che nella campagna vaccinale, di cui nel Savonese si occupano circa 80 infermieri ogni giorno, con una media di 15mila inoculazioni a settimana. Ma non va dimenticato, grazie ai concorsi, l’esodo di infermieri verso le proprie regioni d’origine. Così come non va dimenticato ricorso alle alle ferie di un personale molto provato da un anno di Covid-19. Serve quindi una turnazione che permetta non solo di ricaricare le batterie.
“A livello nazionale il numero di personale infermieristico è insufficiente – spiega Monica Cirone, direttore del Coordinamento professioni sanitarie dell’Asl2 –. Abbiamo quindi deciso di aprire i prossimi concorsi anche a candidati stranieri: europei ed extra europei. Dovranno effettuare tutte le prove in italiano e, ovviamente, avere gli stessi requisiti dei candidati nazionali: non si vuole in alcun modo penalizzare la qualità”.
Il tutto è partito da una proposta di Brunello Brunetto, consigliere regionale, nonché ex primario dell’ospedale San Paolo. “Ho ricevuto un’informativa nella quale si diceva che in Tunisia ci sono infermieri disponibili e qualificati – racconta –. Ho quindi informato la dottoressa Cirone e la presidente di Opi Savona, Roberta Rapetti, che si sono attivate in tal senso. Ovviamente la Tunisia è solo una delle possibilità. Speriamo che se ne aprano altre”.
Non solo infermieri, però. La carenza di personale riguarda anche i medici. “Una carenza gravissima – prosegue Brunetto –, per la quale occorre prendere in considerazione tutte le soluzioni possibili, cercando di attingere anche fuori dai confini regionali e nazionali”. I reparti più colpiti sono quelli di rianimazione, medicina d’urgenza, pediatria, ginecologia e ostetricia. In questo caso il consigliere regionale ha aperto un canale di comunicazione con l’Argentina: “Ho preso contatto con alcuni medici a Buenos Aires che hanno doppia nazionalità”.
Brunetto, comunque, valuta attentamente anche gli organici regionali: “La Regione deve fare da cabina di regia per determinare il reale carico di lavoro delle singole province, e quindi prendere in considerazione anche possibili trasferimenti. A Genova, per esempio, si produce il maggior numero di laureati, molti dei quali vogliono lavorare vicino a casa. In questo modo, però, sono penalizzate le altre province, dove ovviamente non è pensabile chiudere gli ospedali per carenza di personale. Si potrebbe valutare se esiste concretamente la possibilità di trasferire alcuni di loro dalla città metropolitana di Genova a Savona o Imperia”.
Redazione Nurse Times
Fonte: IVG
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