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La dott.ssa Rebecca Naldi presenta la sua tesi di laurea in infermieristica dal titolo: “Elettroshock: un’indagine sul pregiudizio nella popolazione”.
La dott.ssa Naldi si laurea presso l’Università degli Studi di Siena nall’a.a. 2019/2020.
Presupposti per lo studio/evidenze empiriche
La decisione di trattare l’elettroshock come argomento della tesi nasce dall’esperienza di tirocinio svolta in un ospedale psichiatrico a Murcia, in Spagna. In tale occasione ho avuto modo di assistere al trattamento e di confrontarmi con alcuni pazienti, così da cambiare opinione rispetto all’ECT, che prima di quel momento ritenevo una pratica di tortura, dannosa e obsoleta, a causa di pregiudizi inconsci.
Obiettivi dello studio
Gli obiettivi dello studio sono di incrementare le conoscenze e la curiosità verso la terapia elettroconvulsivante, nonché di indagare l’eventuale presenza di pregiudizi verso questo tipo di trattamento nella popolazione. La tesi ha l’intenzione di mettere a confronto ciò che l’ECT è realmente, con quello che simboleggia secondo dei preconcetti radicati nel pensiero comune. Inoltre, questo lavoro spera di stimolare future ricerche in merito all’elettroshock, così da approfondire l’argomento, migliorare l’uso della terapia e minimizzare gli effetti avversi; si può dire, pertanto, che lo scopo principale dell’elaborato sia quello di de-stigmatizzare l’ECT.
Popolazione soggetta allo studio
La popolazione, selezionata mediante un campionamento non probabilistico, è stata identificata tramite le sei domande iniziali del questionario. Il campione era composto in totale da 639 persone, di cui 446 erano di sesso femminile e 193 di sesso maschile. I partecipanti erano stati suddivisi in tre fasce d’età: 177 avevano un’età inferiore o uguale ai 21 anni, 282 erano inclusi nella fascia fra 22 e 30 anni, mentre 180 avevano un’età superiore o uguale ai 31 anni. Ben 353 individui erano originari della Toscana, i restanti 286 provenivano da altre regioni o dall’estero. Per quanto riguarda l’istruzione, 195 soggetti erano laureati, 395 avevano conseguito un diploma di scuola secondaria superiore e 49 avevano la licenza media o elementare. Inoltre, 266 partecipanti studiavano o lavoravano in ambito sociosanitario, invece i rimanenti 373 erano occupati in altri ambiti. Infine, 463 individui avevano avuto, personalmente o tramite conoscenti stretti, esperienza con la depressione, mentre gli altri 176 non avevano esperienza al riguardo.
Materiali e metodi
Per la stesura della parte iniziale della tesi è stata eseguita una revisione della letteratura, utilizzando la banca dati PubMed, in cui sono state inserite, combinate agli operatori boleani, le seguenti parole chiave: ‹‹ECT››, ‹‹electroconvulsive therapy››, ‹‹electroshock››, ‹‹depression››, ‹‹major depression››, ‹‹efficacy››, ‹‹memory››, ‹‹Homer 1a››, ‹‹history››, ‹‹movies››, ‹‹public attitude››, ‹‹prejudice››. Vista la grande quantità di materiale presente sul data base, sono stati filtrati i documenti includendo solamente quelli pubblicati a partire dal 2015. Dopo aver analizzato gli articoli reperiti, ne sono stati selezionati undici; un ulteriore articolo, risalente al 2002, è stato individuato invece utilizzando una stringa di ricerca differente. Altro materiale è stato reperito, mediante il motore di ricerca Google, in quotidiani o in riviste scientifiche a tema psichiatrico, quali Psichiatric Times o Journal of Psychopatology, ma anche in siti appartenenti ad associazioni che promuovono l’ECT.
La seconda parte dell’elaborato consiste invece in un’analisi descrittiva (Survey), condotta tramite la diffusione di un questionario anonimo, intitolato ‹‹Elettroshock›› e creato mediante il programma Google Moduli. Il sondaggio, divulgato via Internet, è stato inoltrato ai contatti telefonici su WhatsApp e condiviso su Instagram e Facebook. La raccolta dati è iniziata il 23 novembre 2020 ed è terminata il 4 marzo 2021. Dopo di che, i risultati sono stati analizzati su Excel, attraverso l’elaborazione di frequenze e percentuali. Il sondaggio consisteva in venti domande totali, di cui sei avevano l’obiettivo di identificare il campione, mentre le restanti quattordici indagavano il pensiero dei partecipanti riguardo all’elettroshock.
Esposizione risultati/discussione
La ricerca bibliografica ha permesso di reperire studi validi, grazie ai quali è stato possibile descrivere il trattamento in tutti i suoi aspetti: dalla sua invenzione al metodo di applicazione utilizzato oggigiorno, ritenuto sicuro ed efficace. Altri documenti hanno invece consentito di formulare ipotesi sul perché esistano preconcetti riguardo all’elettroshock, in quanto hanno segnalato la presenza di numerosi episodi di uso improprio della tecnica, nonché di film che la rappresentano in maniera negativa.
I risultati del questionario sono stati esposti sia in forma narrativa che grafica, enfatizzando l’analisi delle quattordici domande costituenti il corpo dello studio. Dall’elaborazione delle risposte è risultato che la maggioranza del campione ritiene l’ECT una pratica di tortura, che provoca dolore, danni alle funzioni psicologiche e al sistema nervoso, ma che non causa fratture ossee. Inoltre, l’elettroshock è considerato illegale in Italia, ma legale all’estero. In caso di necessità, i soggetti analizzati si dicono più che favorevoli al sottoporsi alla tecnica della defibrillazione, ma hanno seri dubbi riguardo a quella elettroconvulsivante. Gli altri quesiti non hanno fornito informazioni rilevanti.
Conclusioni
Lo studio ha confermato la presenza di pregiudizi verso l’elettroshock, in quanto le risposte della popolazione esaminata rispecchiano perfettamente l’uso improprio del trattamento che veniva adottato in passato o la rappresentazione della tecnica messa in scena dal mondo del cinema. La ricerca non è riuscita a fornire l’esatta motivazione all’origine di tali preconcetti, ma ha permesso di formulare delle ipotesi.
Rebecca Naldi
Allegato
Tesi “Elettroshock: un’indagine sul pregiudizio nella popolazione”
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