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De Palma (Nursing Up): “Desolante il quadro delle carenze sanitarie all’Asl Napoli 3 Sud. Ma infermieri e cittadini non ci stanno”

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De Palma (Nursing Up): "Desolante il quadro delle carenze sanitarie all’Asl Napoli 3 Sud. Ma infermieri e cittadini non ci stanno"
L'ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento dove oggi, 15 luglio 2012, e' ricoverato in condizioni stazionarie il presidente del Partito Popolare Europeo, Wilfried Martens, colto ieri da sindrome coronarica da stress. ANSA / CIRO FUSCO
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Il presidente del sindacato denuncia “il dramma degli ospedali di Sorrento e Vico Equense, attraverso le indagini dei nostri referenti locali”.

“Il dramma dell’Asl Napoli 3 Sud emerge più che mai nella difficile situazione di Sorrento e Vico Equense. Ospedali vetusti, carenza cronica di personale, lacune non solo di organico. ma profondamente strutturali. Un’emergenza senza fine, che ha toccato l’acme durante il Covid e che non è destinata ad arrestarsi senza un piano risolutivo, senza la ricostruzione di un dialogo, di un confronto aperto e sereno, tra Governo, pubbliche amministrazioni regionali e provinciali, fin qui totalmente assenti, sindacati rappresentativi di infermieri, medici e altri professionisti”. Così Antonio De Palma, leader nazionale del sindacato Nursing Up.

“E’ significativo – prosegue – che i cittadini di Sorrento, sindaco in testa, siano scesi nei giorni scorsi in piazza per chiedere finalmente un intervento risolutivo alla Regione. I movimenti civici hanno dimostrato ancora una volta che le persone, i pazienti, apprezzano da tempo gli sforzi profusi dagli infermieri, comprendono fino in fondo i nostri sacrifici e la nostra abnegazione, consapevoli che abbiamo fatto tutto e faremo di tutto, sempre, per tutelare la salute dei malati, anche se le condizioni in cui lavoriamo non ci consentono certo di esprimere al cento percento il nostro potenziale”.

Aggiunge De Palma: “L’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense e quello di Sorrento, il Santa Maria della Misericordia, coprono una portata di pazienti davvero ampia, nella zona costiera. Ma siamo a situazioni da terzo mondo. Anche anche questa, ahimè , è l’Italia. A Sorrento, da anni, non nascono più bambini, da decenni è chiuso il dipartimento materno-infantile e si combatte con l’assenza di un punto per l’elisoccorso (viene usato lo stadio Campo Italia). Se poi pensiamo, ci riferiscono i nostri referenti, alla sanità mentale, le cose vanno addirittura peggio: tra Sorrento e Vico sono solo un miraggio le strutture pubbliche in grado di aiutare le famiglie con pazienti affetti da queste patologie in caso di necessità di ricoveri”.

Sempre il presidente Nursing Up: “Una sanità allo sbando da troppo tempo. Una Regione, la Campania, che a causa di una politica sulla salute caratterizzata da colpi di mannaia e piani di rientro, attuata ben prima del Covid, ha messo in ginocchio le funzioni sanitarie, giorno dopo giorno, a discapito dei cittadini. Ma non si tratta solo di questo, e nemmeno di una sorte malaugurata che piove dal cielo ineluttabile. Non si tratta nemmeno di essere figli di un dio minore. Qui si paga il prezzo anche di gestioni fallimentari portate avanti da anni. Si ricordi che l’Asl Napoli 3 è frutto della fusione della 4 e della 5, con quest’ultima che già a fine anni Novanta aveva problemi di infiltrazione camorristica e fu sciolta”

Capitolo carenza di personale: “Ufficialmente in Campania mancherebbero all’appello 6.500 infermieri. Questi sono i dati ufficiali Fnopi/Ocse, a cui purtroppo si contrappongono le nostre rilevazioni sul territorio, che raccontano una realtà ben diversa. Ecco che, con l’emergenza sanitaria e l’aumento dei ricoveri, i tagli spropositati messi in atto sul personale ben prima del virus per coprire le magagne gestionali, il deficit di assunzioni, i pensionamenti, le realtà concorsuali ferme al palo, il mancato ricambio di personale, i ritardi nelle lauree causati dal Covid e dallo stop dei tirocini, nonchè la fuga di giovani infermieri campani all’estero, le cifre possono arrivare addirittura a toccare oggi almeno il doppio, mettendo così la Campania alla pari con la Lombardia come Regione con la più alta carenza di infermieri, che arriverebbe tra le 12 e le 15mila unità”

E ancora: “Solo nel 2018, ben prima del Covid, Opi Napoli denunciava una carenza di 9mila infermieri in Campania. Per non parlare poi di una Regione con una sanità territoriale fragilissima, dove i nostri referenti denunciano da tempo la mancanza di sinergia tra il lavoro dei medici di famiglia e quello del personale sanitario per snellire i ricoveri o almeno attuarli solo quando necessario e quando non è troppo tardi. E dove mancano all’appello figure come gli infermieri di famiglia. Insomma, mmancano le basi di cura e, soprattutto, di prevenzione al di fuori delle realtà ospedaliere”.

Ma non basta: “E poi l’ombra della corruzione, della malavita, che nulla ha a che vedere con il lavoro onesto del nostro personale sanitario, con le inchieste portate avanti dai coraggiosi giornalisti locali, che ci raccontano di una procedura anomala nello scorso gennaio per l’assunzione di personale a tempo determinato nell’Asl Napoli 3 Sud, finita addirittura in un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e alla Corte dei Conti, oltre che all’attenzione della Regione Campania e del ministero della Salute. Tutto questo per coprire posti di operatori informatici negli uffici amministrativi, quando nelle corsie gli infermieri mancano come il pane”.

Conclude De Palma: “Nonostante il pressapochismo di una politica che rallenta la crescita sanitaria, e nonostante l’ombra della malavita continui a influenzare talune gestioni sanitarie per creare realtà ben lontane dalle necessità di cittadini e professionisti sanitari, la consapevolezza collettiva sta crescendo, e i cittadini campani stanno gettando le basi per la costruzione di un muro di senso civico, responsabilità e coerenza, che presto potrebbe opporsi, finalmente in maniera concreta e determinante, alla politica dello sfacelo e della disorganizzazione, che denunciamo oggi più che mai con coraggio”.

Redazione Nurse Times

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