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Coronavirus, variante Delta dilaga in Gran Bretagna

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Coronavirus, variante Delta dilaga in Gran Bretagna
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Ilceppo di origine indiana ha preso piede oltremanica. Timore per la sua diffusione anche negli Usa e nella regione di Madrid. In Italia è contenuta sotto l’1%.

In Gran Bretagna le infezioni giornaliere da coronavirus ascrivibili alla variante indiana sono in aumento dal 3 al 6%, con un tasso di crescita che non si vedeva dalla fine dello scorso anno. In pratica, una quota superiore al 90% dei nuovi casi di Covid-19 riscontrati nel Paese appartengono alla cosiddetta variante Delta, che presenta un rischio di trasmissione superiore del 60% rispetto alla variante Alpha (quella definita “inglese”). Stando ai dati di Public Health England (Phe), 42 persone sono morte per la variante Delta prima del 7 giugno: 23 non erano vaccinate, 7 avevano ricevuto la prima dose almeno 21 giorni prima, 12 la seconda da oltre due settimane.

Per porre un freno alla diffusione incontrollata di questo ceppo particolarmente aggressivo e consentire al programma vaccinale di avere maggiore effetto si sta valutando un rinvio della revoca delle restanti misure restrittive, inizialmente prevista in Inghilterra non prima del 21 giugno. Al momento l’opzione più accreditata è quella del rinvio di quattro settimane. L’ultima fase del percorso di uscita dai lockdown consiste nella fine di ogni limitazione per i contatti sociali con la riapertura dei locali notturni e la revoca delle limitazioni per spettacoli, matrimoni e altri eventi pubblici. «Anche se la vaccinazione riduce il rischio di malattie gravi, non lo elimina del tutto», ha affermato Jenny Harries, capo dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, osservando che due dosi forniscono una protezione significativamente maggiore rispetto a una singola. La vaccinazione rimane dunque la «migliore difesa» anche con la variante Delta.

«Non vogliamo che la variante Delta del Covid diventi predominante negli Usa, e per questo bisogna continuare a vaccinare la popolazione». Questo l’appello di Anthony Fauci, consigliere della Casa Bianca per la lotta al Covid, che ha ribadito l’importanza di prevenire quanto sta accadendo in Gran Bretagna. Al momento i contagi attribuiti a questa mutazione negli Stati Uniti sono circa il 6%, ma il timore che crescano non si può nascondere. Anche per la maggiore contagiosità di questa tipologia del SARS-CoV-2, che colpisce in grande maggioranza i giovanissimi tra 12 e i 20 anni, ossia la parte della popolazione meno vaccinata. Fauci ha inoltre ribadito che i vaccini disponibili, in particolare quelli con la tecnologia mRNA, ma probabilmente anche il Johnson & Johnson, funzionano bene anche nei confronti della variante Delta: «E quindi, per non dare l’opportunità alla mutazione di diffondersi, la strada continua a essere l’aumento delle vaccinazioni».

Anche le autorità sanitarie della regione di Madrid mostrano preoccupazione per l’aumento dei casi di Covid provocati da nuove varianti, in particolare quella individuata inizialmente in India. Nell’ultima settimana sono stati riscontrati 18 casi della mutazione, di cui già si osserva “trasmissione comunitaria”. Una delle misure annunciate per far fronte alla situazione è anticipare il richiamo di over 60 vaccinate con una prima dose di AstraZeneca. Inizialmente la seconda dose era prevista 12 settimane dopo la prima. Ora si è deciso di anticiparla di una settimana. Il motivo della diffusione della variante sarebbe principalmente ascritto alla mancanza di controlli “efficaci” dei passeggeri in arrivo all’aeroporto della capitale spagnola.

In Italia, invece, la variante Delta è ancora contenuta sotto l’1%. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) arrivano dal rapporto quindicinale sulle varianti, che si affianca alla flash survey. Come anticipato dal presidente Silvio Brusaferro, le evidenze confermano una larghissima diffusione della variante Alpha e una circolazione della variante brasiliana (oggi Gamma) al 6,26%, vicino a 7,8% nella flash survey. La variante nigeriana è invece segnalata intorno all’1%.

Redazione Nurse Times

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