Molti disturbi visivi costituiscono un’evoluzione naturale della vista che può causare la progressiva opacizzazione del cristallino, come ad esempio la cataratta e la degenerazione della zona centrale della retina: la macula. La maculopatia è una malattia oculistica che coinvolge la parte centrale della retina e determina una progressiva scomparsa della visione a uno o a entrambi gli occhi.
“Possiamo paragonare la retina alla pellicola di una macchina fotografica, poiché è su di essa che si formano le immagini che vengono poi trasmesse al cervello. La macula è la parte centrale della retina che serve alla visione “precisa”, come ad esempio la lettura. Anche se la macula è molto piccola, una lesione di questo punto impedirà la visione precisa, ad esempio leggere, infilare un ago o riconoscere il viso delle persone. Le patologie che interessano tale porzione di retina vengono chiamate maculopatie, compromettono questa visione centrale causando una importante riduzione della autonomia delle persone che ne sono affette” ha spiegato il dott. Renzo Carpi, Responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica del Salus Hospital di Reggio Emilia, su gvmnet.it. La forma più frequente di maculopatia è quella degenerativa legata all’ età: la cosiddetta degenerazione maculare senile (DMS).
Degenerazione maculare secca (atrofica) e degenerazione maculare essudativa
Si distinguono principalmente due forme: la degenerazione maculare secca (atrofica) e la degenerazione maculare essudativa. Si tratta di malattie legate all’invecchiamento e dunque destinate ad avere un impatto sempre più ampio nella popolazione occidentale a causa dell’aumento delle aspettative di vita.
Nel 90% dei casi si tratta del primo tipo di maculopatia, quella atrofica. Questa patologia si verifica quando sotto la retina iniziano ad accumularsi piccoli depositi proteici e glicemici giallastri, chiamati “drusen”, dovuti al riassorbimento sanguigno. Per la presenza dei drusen, la macula può diventare più sottile e smettere di funzionare correttamente, portando al graduale oscuramento della vista. Nelle forme iniziali il paziente può essere totalmente asintomatico, può talvolta notare una modica distorsione delle immagini (metamorfopsie), soprattutto delle linee rette. La degenerazione maculare legata all’età tende a coinvolgere entrambi gli occhi, anche se in tempi diversi.
Questa patologia, tuttavia, non provoca quasi mai la totale cecità, in quanto la visione periferica rimane conservata dal momento che la retina periferica non viene interessata da tale processo degenerativo.
“Una diagnosi tempestiva è molto importante per limitare il danno” ha detto il dott. Carpi.
Attualmente non esiste alcuna terapia per la degenerazione maculare atrofica: quando nell’evoluzione della patologia s’instaura una completa atrofia a livello della zona centrale della retina, deputata alla visione distinta, la conseguente riduzione della visione centrale è irreversibile, poiché legata alla perdita di cellule nervose non rigenerabili. Se la vista perduta non è più recuperabile, si può tuttavia imparare a usare al meglio la vista residua, ed è in questo momento che entra in gioco la “riabilitazione visiva”.
Per sfruttare al massimo le zone di zone di retina centrale ancora funzionanti sono poi state proposte negli ultimi anni alcuni tipi di lente intraoculari: sia telescopiche capaci di ingrandire fortemente l’immagine che arriva sulla porzione centrale della retina sia di tipo prismatico, capaci di spostare la messa a fuoco su aree retiniche ancora funzionanti al di fuori della zona centrale.
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Fonti: doveecomemicuro.it; gvmnet.it
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