Riceviamo e pubblichiamo il pensiero della studentessa di infermieristica che ci scrive esortando gli infermieri italiani a manifestare il proprio malcontento sulle proprie condizioni lavorative ed economiche non solo sui social, ma attraverso delle pacifiche, civili ma significative manifestazioni di piazza
Gentile Direttore di NurseTimes,
sono P.M. una studentessa di infermieristica al terzo anno, vi scrivo perché leggo e sento spesso, anzi, ogni giorno, di quanto gli infermieri siano stanchi che questa professione non gli venga riconosciuta a livello economico e a volte e in alcune circostanze, neanche a livello professionale.
Ogni volta vedo infermieri che si lamentano, sui social e in ospedale dove faccio tirocinio, a volte anche io lo faccio perché penso che non è possibile che ancora prima di laurearmi mi accorgo di quanto sia impegnativa e bella questa professione e non venga adeguatamente riconosciuta.
Quindi mi chiedo, ma come mai tutti noi ci lamentiamo ma non facciamo concretamente qualcosa per provare a cambiare le cose?
E di conseguenza mi chiedo, anche, come potremmo fare?
Nel mio piccolo ho pensato che manifestazioni su manifestazioni continue a livello nazionale possano essere un punto di partenza per fare arrivare la nostra voce al governo; farla arrivare forte e chiaro e non farla zittire con poco, ma anzi, continuare a manifestare civilmente finché non giungerà una risposta.
Mi chiedevo se voi, essendo una pagina molto seguita a livello nazionale possiate parlare di questo tema organizzando seriamente delle giornate manifestando a livello nazionale, tutti gli infermieri di tutta Italia possano così farsi sentire, più si è e più la voce sarà forte!
Per quanto possa essere difficile io ci credo vivamente in un futuro in cui le cose possano cambiare e migliorare, ci credo veramente.
Spero possiate leggere questo mio pensiero che nel mio piccolo, ho provato ad esternare, grazie mille.
Carissima P.M. la ringraziamo per averci scritto ([email protected]).
Accogliamo con favore il suo invito e lo rivolgiamo ai nostri lettori. Come abbiamo scritto in diversi articoli, gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d’Europa (Vedi articolo), demansionati e umiliati (Vedi articolo), con il tentativo del Veneto di trasferire le loro competenze agli oss (Vedi articolo) e con la Fnopi che sigla protocolli d’intesa con il Ministero (vedi articolo) per la somministrazione dei vaccini a domicilio per 6,16 euro, mentre i medici di medicina generale si accordano per 25 euro a vaccino (Vedi articolo).
Di fronte a tanto ci sono tutti i presupposti per scendere in piazza per rivendicare una riorganizzazione del sistema salute che metta al centro i problemi di salute dei cittadini, con gli infermieri che si sono resi protagonisti in questa pandemia, valorizzati sia economicamente che professionalmente.
Ad oggi tutto questo manca, con la rappresentanza professionale (vedi articolo) che da anni insegue, a parole, una svolta che tarda ad arrivare.
Redazione NurseTimes
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