Ad ottobre è stato siglato un accordo tra l’azienda ASST FBT SACCO e alcuni sindacati. Un accordo contestato dalla FIALS, che quindi non lo ha sottoscritto.
L’accordo prevedeva l’assegnazione di 700.000 euro che sarebbero ricaduti in incarichi di funzione, che godono già di emolumenti che variano dai 5mila ai 10.900 euro. Ancora in piena pandemia e con i grossi sacrifici professionali e umani richiesti ai lavoratori, questo suona come un’offesa a troppi lavoratori. Una “spartizione” perlomeno iniqua.
La cifra di 700.000 euro secondo la FIALS potrebbe andare ad incidere fortemente sulle risorse rimanenti che annualmente vanno rese disponibili per coprire compensi di lavoro straordinario, indennità correlate alle condizioni di lavoro.
Quella stessa quota crea uno spaventoso divario tra poco più di 60 persone che si vedono premiate e la restante forza lavoro (oltre 3.000 dipendenti del comparto) che giorno dopo giorno è sempre più penalizzata e indignata.
Un esempio? A luglio un incendio ha reso inagibile gli spogliatoi femminili in uno dei Presidi della ASST FBF Sacco, l’Ospedale Melloni.
Ci sono voluti quasi cinque mesi perché tornasse praticabile e nonostante l’impegno profuso e le richieste da parte del Sindacato FIALS, i RLS, e attraverso il coinvolgimento diretto del personale sanitario interessato la fornitura armadietti nuovi è stata fatta a metà (la nuova dotazione prevede solo 100 armadietti, gli altri dovranno essere recuperati tra un trasloco e un altro tra quelli sopravvissuti all’incendio).
Alle più fortunate, cui spetterà l’armadietto nuovo, toccherà però comprarsi il lucchetto.
Nonostante secondo il Testo Unico sulla sicurezza dica: “Gli spogliatoi devono essere dotati di attrezzature che consentono a ciascun lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro”.
Roberto Cirami, segretario FBF
Rosario Pagana, dirigente sindacale Macedonia Melloni
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