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Sanità, ecco la proposta Aran per la revisione dell’ordinamento professionale e del sistema degli incarichi

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Sanità, ecco la proposta Aran per la revisione dell'ordinamento professionale e del sistema degli incarichi
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L’Agenzia l’ha trasmessa ai sindacati. Vediamo cosa prevede e come è stata accolta.

Sistema di classificazione professionale
– Superamento delle attuali categorie con la creazione di cinque aree: asrea degli operatori ausiliari (in cui affluirebbe il personale appartenente alle attuali ctg. A e B), area degli operatori (ctg. B livello economico BS), area degli assistenti (ctg. C), area dei professionisti della salute e dei funzionari (ctg. D, comprensiva del livello economico DS) e area del personale di elevata aualificazione (non popolata nella fase iniziale).
– Raggruppamento dei profili professionali appartenenti alle cinque aree in tre ambiti professionali omogenei, che corrispondono agli attuali ruoli previsti dalla legge per il settore sanitario , così articolati: o Il primo relativo al Ruolo sanitario – profili infermieristici e altre professioni sanitarie o Il secondo relativo al Ruolo socio sanitario o Il terzo relativo ai Ruoli amministrativo, tecnico e professionale.

Progressioni economiche all’interno delle aree
Attribuzione attraverso procedura selettiva – ad esclusione del personale inquadrato nell’Area del personale di elevata qualificazione – di differenziali economici di professionalità da intendersi come incrementi stabili, con priorità di progressione per il personale che abbia maturato: o 10 anni di esperienza professionale senza aver mai conseguito progressioni economiche o 25 anni di esperienza professionale e che abbia conseguito fino a due progressioni economiche.

Sistema degli incarichi
• Articolati in tre tipologie: o Incarichi di posizione o Incarichi di funzione organizzativa o Incarichi di funzione professionale.
 • Graduati in base alla complessità (complessità base, complessità media, complessità elevata).

Il commento di Cgil, Cisl e Uil
“Riservandoci un’ulteriore approfondita analisi sul testo – scrivono in una nota Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl -, vista l’importanza degli argomenti e il breve anticipo con cui ci è stato presentato, nel rilevare che alcuni aspetti declinati si avvicinano positivamente a quanto da noi richiesto nella piattaforma unitaria (quali la graduazione degli incarichi con allargamento al personale di tutti i ruoli ed aree), abbiamo comunque evidenziato sin da subito aspetti immediatamente evidenti sui quali il nostro giudizio è fermamente negativo”.

Proseguono i sindacati: “In particolare non riteniamo accettabile la previsione del requisito vincolante della Laurea Magistrale o specialistica per l’accesso all’area del personale di elevata qualificazione e agli incarichi di funzione organizzativa perché, oltre a essere in contrasto con la normativa vigente -in relazione ai professionisti sanitari- (che prevede tali lauree esclusivamente per l’accesso alla dirigenza delle professioni sanitarie ai sensi dell’art. 6 della L. 43/2006) impedirebbe, di fatto, quei percorsi di valorizzazione e riconoscimento della professionalità del personale a partire da quello infermieristico e sanitario. A tal proposito abbiamo anche sottolineato come -nel testo proposto- sia assente qualsiasi riferimento alle funzioni di coordinamento e al titolo necessario per potervi accedere (master di coordinamento) e, tantomeno, sia riportata la figura dello specialista e ai relativi master di accesso, il tutto egualmente previsto dalla L. 43/2006, in relazione al quale abbiamo chiesto che nel testo si ripristini una corretta individuazione e valorizzazione”.

E ancora: “Va inoltre ribadito nel contratto, rispetto all’indennità infermieristica, a quella prevista per le altre professioni sanitarie per la tutela del malato, e a quella riguardante il personale che opera nei servizi di emergenza urgenza, che le relative risorse, stabilite dalla legge, gravano sui bilanci aziendali. Inoltre, per garantire una piena valorizzazione del personale attualmente in servizio, abbiamo chiesto che, in fase di primo inquadramento ai sensi dell’art. 3 del D.L. 80/2021, per tutti i profili potenzialmente interessati, sia tecnici che amministrativi, nonché socio sanitari, i nuovi inquadramenti nelle aree possano avvenire con priorità considerati i requisiti di esperienza e professionalità maturate negli ultimi cinque anni, anche in deroga dunque al possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso all’area dall’esterno”.

Conclude la nota dei sindacati: “Ricordiamo che per tutti i professionisti sanitari tale norma non è necessaria in quanto per tutti è sufficiente e vincolante il possesso della Laurea Triennale. Dunque, se da un lato consideriamo la proposta dell’ARAN utile all’apertura di un primo confronto, nella sostanza la riteniamo non ancora in grado di valorizzare al meglio né le professionalità né le potenzialità che il personale da molto tempo ha dimostrato di possedere. Resta infine da aprire ancora il confronto sul sistema indennitario – strettamente correlato anche al sistema della riclassificazione – nell’ambito del quale dovremo giungere ad una diversa disciplina che ne aggiorni sia i contenuti che i relativi valori economici”.

Redazione Nurse Times

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