ROMA – Il 31 marzo potrebbe essere la vera data della svolta, quella che potrebbe traghettare l’Italia nella fase post-pandemia, senza lo stato di emergenza e, di conseguenza, con la chiusura del Comitato Tecnico Scientifico.
Lo dice chiaramente l’immunologo Sergio Abrignani che del Cts è componente. “Non credo – dichiara – che verrà prorogato lo stato di emergenza e, quindi, si scioglierà anche il Cts”.
Parole che si traducono in un sospiro di sollievo per un Paese che, poco meno di due anni fa, scoprì restrizioni e lockdown e che oggi, invece, è vicina al completamento della campagna vaccinale.
Resta aperto, poi, il tema del Green pass, con un dibattito acceso tra oltranzisti, che vorrebbero eliminarlo da subito, e attendisti, che preferirebbero rinviare ancora di qualche mese.
Di certo la curva pandemica continua la sua discesa verso una più mite primavera. Ieri sono stati registrati poco meno di 60 mila nuovi casi, con 278 vittime (di cui 94 riferite a giorni precedenti) e un tasso di positività al 10,7%.
“Credo che davvero ci sia la prospettiva assolutamente positiva per questa primavera-estate ma la circolazione del virus tornerà a essere più significativa e a ‘dare fastidio’ nella stagione invernale prossima. Quindi dobbiamo graduare le scelte di apertura” sottolinea Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano.
Redazione Nurse Times
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