Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di: Rocco Ruggiero (Rsu), Antonio Sabatini (Fp Cgil Milano), Marino Merati (Fp Cgil Ticino-Olona), Mimma Sternativo (Fials Milano), Giuseppe Gallo (Fials Ats Milano), Flavio Nava (Cisl Fp Milano), Stefano Negri (Uil Fpl), Massimo Meazza (Fvm), Matteo Dotti (Anao Assomed), Caterina D’Andria (Cimo), Massimo Fioretti (Ugl Salute), Tiziana Vai (Cgil Medici) , Rodolfo Salvagnini (Cisl Medici e Veterinari), Saverio Pappagallo (Cgil Dirigenza PTA), Marcella Viscione (Uil Dirigenza PTA), Flavio Nava (Cisl Dirigenza PTA).
Le lavoratrici e i lavoratori del comparto e della dirigenza dipendenti da ATS Milano hanno proclamato, in data 4/2/2022, lo stato di agitazione. I sindacati, compatti, lo hanno proposto a un’assemblea che ha riunito circa 600 lavoratrici e lavoratori, i quali hanno aderito pressoché unanimi alla proposta.
Nei due anni di pandemia la direzione ha sistematicamente messo in atto condotte che costituiscono violazioni dei Ccnl vigenti e degli accordi integrativi aziendali in materia di relazioni sindacali, e che sono idonee a creare impedimenti all’ottimale svolgimento delle attività sindacali.
Le pessime relazioni sindacali hanno generato pessimi modelli di organizzazione del lavoro e pessimi regolamenti aziendali, assunti unilateralmente, contro la volontà di RSU e OO.SS. I modelli di organizzazione del lavoro e i regolamenti aziendali unilaterali e inappropriati in materia di contact tracing, smart working e orario di lavoro hanno impattato negativamente sull’efficacia dei servizi rivolti alla cittadinanza e sulle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori, acuendo uno stato di malessere già molto preoccupante.
Il rischio è che la demotivazione dei professionisti alle dipendenze di ATS Milano comporti un progressivo decremento degli standard delle prestazioni e dei servizi che costituiscono oggetto di diritti fondamentali dei cittadini.
RSU e OO.SS. chiedono di ripristinare relazioni sindacali corrette al fine di conseguire una revisione condivisa dei modelli di organizzazione del lavoro e dei regolamenti aziendali unilaterali e inappropriati, e di garantire, di conseguenza, i diritti fondamentali del cittadino.
Redazione Nurse Times
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