Prolungato botta e risposta tra Antonio Naddeo e Nursing Up. Nel duro confronto sono intervenuti anche Coina e Fials.
Si allarga il fronte sindacale anti-Aran in merito alla lunga trattativa per il rinnovo del contratto, specie per quanto riguarda gli aumenti da riconoscere agli infemieri. Ad accendere la miccia sono state, questa volta, le dichiarazioni del presidente Aran, Antonio Naddeo (foto), il quale nei giorni scorsi aveva manifestato ottimismo, dichiarando che “la trattativa è a buon punto: abbiamo consegnato alle organizzazioni sindacali un documento completo,
,di circa 140 pagine
sul rapporto di lavoro, ma anche sulla parte economica e sull’ordinamento professionale”
.
Sempre a detta di Naddeo, si inizierebbe a vedere “la luce in fondo al tunnel”, e quello in fase di gestazione sarebbe un “buon contratto”. Peccato che non la veda affatto così il sindacato Nursing Up, che in una prima nota ha definito “fumo negli occhi” le proposte formulate dall’Aran nella bozza di rinnovo. “La verità – ha aggiunto il sindacato – è che quei famosi 72.97 euro al mese (relativi all’indennità infermieristica), che permettono all’Aran di parlare di punte di aumenti che raggiungono i 200 euro non sono stati creati e voluti dal rinnovo del contratto, ma spettano agli infermieri per legge. (…
) Li abbiamo ottenuti grazie alle nostre battaglie sul campo, e non provengono in alcun modo delle risorse contrattuali facenti parte dell’originario monte salari. Annoverarli come una conquista del nuovo contratto non corrisponde pertanto a come stanno le cose. Il nuovo contratto doveva solo limitarsi a distribuire le risorse per farle arrivare ad ogni infermiere avente diritto”.
Il botta e risposta è proseguito con le piccate dichiarazioni di Naddeo: “Nursing Up afferma che l’Aran butta fumo negli occhi, conteggiando erroneamente negli incrementi contrattuali l’indennità infermieristica, le cui risorse sono state stanziate dalla Legge di Bilancio 2021. Allora come mai questa indennità non viene ancora pagata? Non dice, Nursing Up, che la legge ha assegnato queste risorse al contratto, e che l’Aran, giustamente, le deve conteggiare negli aumenti contrattuali. Solo il contratto ne stabilisce l’importo, come tutti gli altri importi del contratto e, quindi, l’incremento complessivo del Ccnl per gli infermieri è pari a circa 200 euro. Forse il fumo negli occhi ce l’ha qualcuno che non legge bene quello che è scritto nelle leggi”.
Non si è fatta attendere l’ulteriore controreplica del sindacato infermieristico, che in una nuova nota ha ribadito: “L’indennità infermieristica l’abbiamo conquistata sul campo e, anche se la legge consente che essa ‘venga semplicemente erogata, o meglio finalizzata dal contratto’, la legge stessa, ma anche le direttive del comitato di settore, che ben conosciamo, caro Naddeo, prevedono che il contratto sia chiamato esclusivamente a finalizzarla. Non puoi conteggiarla come soldi del nuovo contratto, e non avresti potuto negarla agli infermieri nemmeno se avessi voluto. I conti dell’aumento dei 200 euro a noi non tornano affatto”. Per poi aggiungere: “Dopo la risposta del presidente Naddeo, le nubi di fumo certo non si diradano. Anzi, si espandono”.
A questo punto è intervenuto nel duro confronto a distanza anche il Coina, sindacato delle professioni sanitarie, che ha dato man forte a Nursing Up, sostenendo che l’Aran non puo arrogarsi il merito dell’indennità infermieristica: “Naddeo afferma che l’indennità infermieristica rientra nel Ccnl del Comparto Sanità pubblica, ma non potrebbe essere diverso. Quello che il presidente Aran omette, e non ne campiamo il motivo, è che l’indennità di specificità è frutto di una lotta attraverso la manifestazione del 15 ottobre 2020, organizzata dal Nursing Up e a cui ha aderito il Coina, con la partecipazione di migliaia di infermieri, per chiedere finalmente di valorizzare la professione”.
Va inoltre regitrata la posizione della Fials, che a sua volta ha sottolineato come siano “ancora troppi i nodi da sciogliere” in merito al rinnovo del Ccnl, pur manifestando soddisfazione per l’accoglimento di alcune “nostre richieste”. Insomma, “la luce in fondo al tunnel” di cui parlava Naddeo non sempra poi così visibile.
Redazione Nurse Times
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