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Finte vaccinazioni ai bambini, Emanuela Petrillo condannata a 8 anni e 6 mesi

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Finte vaccinazioni ai bambini, Emanuela Petrillo condannata a 8 anni e 6 mesi
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L’ex assistente sanitaria, ai tempi del servizio prestato nel distretto sanitario di Codroipo (Udine) e all’Usl 2 Treviso, simulava le iniezioni, per poi aggiornare falsamente il sistema informatico delle Aziende sanitarie e i libretti degli utenti.

Emanuela Petrillo, l’ex assistente sanitaria dell’Usl 2 Treviso accusata di avere finto di somministrare vaccini a centinaia di bimbi trevigiani e friulani tra il 2009 e il 2017 è stata condannata a otto anni e sei mesi. Nel novembre 2017 era stata licenziata per giusta causa dall’Azienda sanitaria trevigiana. La Procura aveva chiesto una condanna a nove anni e sei mesi.

La donna ha prestato servizio nel distretto sanitario di Codroipo (Udine), e poi all’Usl 2 Treviso. Era accusata di peculato per aver gettato nel contenitore dei rifiuti speciali i vaccini non iniettati, creando così un danno all’Azienda sanitaria. Le era stato contestato anche il reato di omissione in atti d’ufficio, in quanto incaricata di pubblico servizio, per non aver somministrato i farmaci nei giorni in cui prestava servizio nell’ambulatorio. Infine il falso ideologico: per aver falsamente aggiornato il sistema informatico delle Aziende sanitarie e i libretti di vaccinazioni degli utenti, facendo così risultare come eseguite le vaccinazioni simulate.

La vicenda era venuta alla luce nell’aprile 2017 in seguito alla segnalazione di alcuni colleghi, insospettiti dal fatto che nessuno dei bambini a lei affidati piangesse durante o dopo l’iniezione. Durante le indagini i periti del Tribunale di Udine avevano analizzato un totale di 284 campioni. Ebbene, solo il 15,5% dei soggetti vaccinati da Petrillo a Codroipo era risultato positivo agli anticorpi per il morbillo (20 positivi su 129), appena il 10% dei bambini vaccinati a Treviso.

L’incidente probatorio aveva rilevato: “I campioni prelevati da soggetti sottoposti a trattamento dalla Petrillo mostravano percentuali di mancata sieroconversione nettamente superiori a quanto previsto in letteratura. Non essendoci fattori individuali che da soli possano giustificare tale discrepanza percentuale, tale dato è fortemente suggestivo di una mancata somministrazione del vaccino”.

Redazione Nurse Times

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