Il sindacato rimarca il problema della carenza di personale sanitario nelle case di riposo e chiede risposte concrete al mondo politico.
Dai sindacati arriva un grido di allarme sulla situazione che in queste settimana si sta registrando in diverse Rsa del Trentino: “La politica non risponde al grido di aiuto di un settore sempre più in crisi a causa della difficoltà nel reperimento di personale”. Sulla carenza di personale sanitario nelle residenze per anziani, già denunciata a più riprese dalle organizzazioni che gestiscono tali strutture, sono intervenuti Alessandro Lazzarini e Luigi Diaspro, rispettivamente funzionario e segretario generale di Fp Cgil.
“Il problema principale – spiegano i sindacalisti – è trovare infermieri, ed è un tema nazionale, non solo locale. Molti professionisti migrano verso gli ospedali per le migliori condizioni di contratto e di qualità del lavoro. Un infermiere in Rsa si occupa di moltissimi residenti, e spesso si trova a essere il responsabile ultimo di tutti i processi (non è sempre presente il medico o il coordinatore). Viene chiamato a prendere decisioni difficili nelle situazioni di emergenza e si deve occupare di tutto il delicatissimo processo di somministrazione delle terapie”.
Il problema riguarda gli infermieri, ma anche gli oss: “Il lavoro è gravoso dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. Per assistere tanti pazienti con demenza, depressione o problematiche psichiatriche serve molto tempo, e proprio il tempo manca. I parametri assistenziali dettati dalla Provincia, ovvero il rapporto operatore – posto letto, sono inadeguati, e quasi tutte le Rsa sono sopra parametro, cioè pagano di tasca propria gli operatori in più necessari”.
Altro problem è quello del carico burocratico, che toglie tempo al lavoro di assistenza diretta: “Spesso i nuovi oss rimangono scioccati dalla situazione lavorativa che trovano e scelgono un’altra professione. Talvolta sono sostituti con ausiliari di assistenza che, non per colpa loro, sono impreparati e non possono svolgere determinate attività perché non ne hanno i titoli”.
Di qui l’appello, rivolto alla politica, perché dia “risposte concrete sui percorsi di accesso alle professioni, sull’aumento dei parametri assistenziali, sul riconoscimento delle professionalità con un nuovo Ordinamento professionale, sull’immediata attivazione di tavoli per il rinnovo del contratto, sulla revisione del sistema indennitario”.
Redazione Nurse Times
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