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Sono numerose le tesi di laurea che quotidianamente arrivano all’attenzione della nostra redazione ([email protected]).
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Presentiamo la tesi della dott.ssa Donatella De Palma laureatasi presso l’università degli Studi di Napoli “Federico II”
Gentile Direttore di NurseTimes,
nell’elaborato ho deciso di trattare il ruolo e le competenze dell’infermiere nella gestione del paziente in trattamento dialitico cronico. La mia idea di tesi nasce dall’esperienza che ho vissuto durante il tirocinio presso l’Unità di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Ospedaliera “San Pio” di Benevento. Frequentando il reparto ho avuto modo di constatare quanto è complesso lavorare in questo ambiente a causa della delicata condizione del paziente dializzato. Egli è, infatti, un paziente con una serie di comorbilità, immunodepresso e sottoposto ad uno stress notevole che influisce significativamente sul suo stato mentale.
Il paziente è costretto a riorganizzare e pianificare la propria vita adeguandosi ai tempi istituzionali delle cure, in una costante ricerca di equilibrio e avendo come leitmotiv il tema della perdita. In emodialisi, il malato non può essere ridotto alla sua patologia, ma dietro al rapporto infermiere-paziente c’è il tempo, la relazione e l’affettività. Il rapporto con il paziente è continuativo, va oltre il tempo che occorre per una singola prestazione, e si instaura naturalmente in virtù della vicinanza fisica e della quantità di tempo che infermieri e pazienti trascorrono insieme. L’infermiere diventa così un solido punto di riferimento e una valvola di sfogo a cui confidare le proprie paure, trovare conforto e in cui riporre le proprie speranze.
In questo contesto l’infermiere oltre all’abilità tecnica, intesa come la capacità di utilizzare correttamente i macchinari complessi ad alto contenuto tecnologico, deve sviluppare anche quella educativa e relazionale. Infatti, la tecnologia deve essere considerata solo una “parte” della cura e non come “la” cura; essa va quindi vista solo come un aspetto dell’assistenza centrata sulla persona. L’intervento educativo inizia dall’ascolto, prosegue con l’informazione ed ha come finalità il coinvolgimento dell’assistito e della sua famiglia; per quanto concerne l’abilità relazionale, invece, è importante che tra il paziente dializzato e l’infermiere si crei un’alleanza terapeutica che influisce in modo significativo sui risultati dell’intervento terapeutico.
Dal mio lavoro di tesi emerge che l’assistenza infermieristica in dialisi riveste un ruolo insostituibile: l’infermiere mostra le sue competenze per gestire il trattamento e le eventuali complicanze che possono verificarsi nel corso della seduta. Quelle più frequenti sono l’ipotensione e i crampi muscolari ma possono presentarsi anche complicanze più gravi come disturbi del ritmo e arresto cardiaco; diventa pertanto fondamentale che l’infermiere sappia attuare manovre tempestive di primo soccorso in tali situazioni di emergenza. Dunque, nell’assistenza al paziente nefropatico cronico se da un lato occorre applicare un corretto nursing per assicurare la buona riuscita del trattamento, dall’altro riveste particolare importanza anche e soprattutto il recupero del benessere psico-fisico, stimolare l’autonomia del paziente in ogni fase della malattia, garantendo la continuità, nonché la qualità e l’umanizzazione dell’assistenza.
Nel primo capitolo vengono fornite nozioni generali sull’insufficienza renale cronica e sull’emodialisi che rappresenta il principale trattamento sostitutivo dello stadio terminale di tale patologia. Verranno descritti i principi chimico-fisici utilizzati per eliminare i prodotti di scarto dal sangue e si parlerà dell’adeguatezza dialitica. Successivamente verranno descritti gli accessi vascolari che consentono il processo di purificazione del sangue e, infine, si farà un breve cenno alle tecniche alternative all’emodialisi convenzionale.
Una seconda parte è dedicata al ruolo dell’infermiere di dialisi e delle competenze che lo contraddistinguono. Pertanto, si parlerà dell’abilità tecnica (visto che la dialisi è un ambiente altamente tecnologico) e della relazione che si viene ad instaurare con il paziente. I punti successivi sono rappresentati dalla comunicazione, elemento che non si può trascurare nel rapporto con il malato e dall’empowerment, strumento che migliora la vita dei pazienti in dialisi. Nell’ultima parte, invece, saranno analizzati i bisogni psicologici del paziente dializzato e verrà trattata l’educazione terapeutica che aiuta il paziente ad adattarsi ai cambiamenti imposti dal trattamento.
L’ultima sezione della tesi descriverà, infine, la gestione infermieristica della seduta dialitica attraverso le varie fasi. Si parlerà della valutazione iniziale del paziente e del collegamento al rene artificiale a cui seguirà un attento monitoraggio intradialitico. Durante questa delicata fase l’infermiere ha la responsabilità di controllare costantemente i parametri vitali del paziente, rispondere agli allarmi della macchina e, eventualmente, gestire le complicanze intradialitiche. Successivamente verrà descritto il termine della seduta in cui il sangue filtrato viene restituito al paziente, si disconnette quest’ultimo dal rene artificiale e si medica l’accesso vascolare utilizzato. In ultimo, seguirà la valutazione clinica del paziente.
Donatella De Palma
Allegato: Tesi “Paziente in trattamento dialitico cronico: ruolo e competenze infermieristiche”
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