Oltre al provvvedimento restrittivo per due titolari e tre dipendenti, è arrivata la denuncia per altre sette persone. Le indagini sono partite a inizio 2021 dalla denuncia della moglie di un anziano deceduto nella struttura.
Maltrattamenti e abbandono di persona incapace, con l’aggravante di aver causato la morte di un anziano in una casa di riposo abusiva. Questi i reati di cui sono sono stati riconosciuti colpevoli due titolari e tre dipendenti della struttura, finiti agli arresti domiciliari. Una misura emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura e a seguito delle indagini condotte tra gennaio e maggio 2021 dai carabinieri del Nas, supportati da quelli del Comando provinciale. Denunciate anche altre sette persone, ritenute responsabili a vario titolo di esercizio abusivo della professione sanitaria, sostituzione di persona e falsità ideologica.
L’attività investigativa era partita dalla querela sporta dalla moglie dell’uomo deceduto dopo essere stato colpito da una patologia neurodegenerativa. Successivamente è emerso che le persone arrestate avrebbero maltrattato 15 ospiti della casa di riposo, tutti con gravi patologie e non autosufficienti, ai quali sarebbero state somministrate scarse quantità di cibo, anche scaduto e conservato male. Inoltre gli anziani, già malnutriti, sarebbero stati ospitati senza riscaldamento e acqua calda in ambienti con barriere architettoniche, inadatti a persone nelle loro condizioni.
Senza dimenticare la somministrazione del tutto arbitraria di medicinali (tra i quali l’Entumin), in maniera da sedarli e renderli “gestibili”. Come se non bastasse, gli anziani, abbandonati a sé stessi e chiusi nelle stanze, dovevano espletare i bisogni fisiologici su di sé e sul letto dove dormivano, cosa che avrebbe aggravato le patologie di cui soffrivano, provocando in alcuni casi la malattia della scabbia.
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