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Associazione tra cattiva salute orale e declino cognitivo: la rivela uno studio

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Associazione tra cattiva salute orale e declino cognitivo: la rivela uno studio
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Se ne è parlato nel corso dell’RDH Expo di Torino, che ha favorito un costruttivo dialogo tra medici, odontoiatri e igienisti.

Una bocca in salute è un investimento quotidiano sul benessere del resto dell’organismo. È noto, infatti, che problemi orali e dentali, o malattie come la periodontite, sono correlate a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari e diabete. Le numerose novità in materia sono emerse nel corso dell’RDH Expo di Torino, che ha aperto a un costruttivo dialogo tra medici, odontoiatri e igienisti.

“L’igienista dentale è una figura ancora poco nota, così come la sua preparazione, ma ha una formazione che valorizza l’osservazione del cavo orale nella sua interezza – spiega Alice Alberta Cittone, ideatrice, insieme a Riccardo Sangermano, dell’RDH Expo –. L’igiene orale è correlata non solo alla fonazione, alla masticazione e alla vita relazionale, ma ha effetti sulla salute sistemica, e le alterazioni visibili sono ‘red flag’ di patologie anche importanti”.

“Basti pensare – sottolinea il professor Paolo G. Arduino, del CIR Dentai School dell’Università di Torino – che nei percorsi oncologici esiste un team di igienisti e odontostomatologi al servizio del paziente per fronteggiare le problematiche che possono emergere dalle terapie chemio e radio o dal trattamento con farmaci come i bifosfonati. E prima ancora si effettua una valutazione al tempo zero per prevenire eventuali problemi. Solo il 30-40% degli italiani ha un odontoiatra di riferimento, e ancor meno persone si rivolgono a un igienista, che può aiutare nel percorso oncologico, dare consigli di igiene, aiutare a mantenere la masticazione per limitare il rischio di malnutrizione”.

Nella popolazione generale l’igienista è un professionista che può fornire un supporto educazionale prezioso in medicina preventiva grazie alla capacità di osservazione di tutto il cavo orale, che è composto da tessuti duri come ossa e denti, ma anche gengive e mucose, ciascuno con le proprie caratteristiche.

Una tavola rotonda è stata dedicata ai nuovi dispositivi per il fumo senza combustione, per i quali è necessaria un’informazione più corretta proprio da parte dei professionisti della salute. Sono state illustrate le più recenti ricerche scientifiche sull’argomento e il dottor Fabio Beatrice, direttore del Board Scientifico del MOHRE, ha sottolineato come, nonostante non esista un fumo sano, è importante indirizzare i fumatori adulti che non riescono a smettere verso alternative meno dannose, come le e-cig e il tabacco riscaldato, che mostrano un profilo di rischio del 95% inferiore rispetto alle sigarette tradizionali.

Una ricerca presentata dalla dottoressa Silvia Sabatini, presidente della Società italiana di scienza dell’igiene orale, ha poi illustrato cosa cambia per il paziente nella transizione dal tabacco tradizionale al tabacco riscaldato, uno dei dispositivi alternativi alle sigarette. I dati preliminari hanno evidenziato una netta diminuzione delle pigmentazioni rilevanti sullo smalto (da 85,4% a zero), nessuna incidenza di nuove carie, riduzione della profondità di tasca gengivale analoga ai pazienti non fumatori e diminuzione del sanguinolento post-trattamento di igiene, nel controllo a 12 mesi.

Nel corso della tavola rotonda è stato citato un recentissimo studio, pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, che ha evidenziato come una cattiva salute orale sia correlata non solo a problemi cardiaci e diabete, ma anche a decadimento cognitivo e demenza. La ricerca, che ha selezionato 47 studi, ha evidenziato come presenza di periodontite conclamata, perdita di uno o più denti, tasche gengivali profonde e perdita di osso alveolare siano associati a una peggiore salute cognitiva, con un rischio 1,5 volte superiore.

Numeri che danno il senso dell’urgenza di una necessità di educazione della popolazione e di presa in carico delle fasce più svantaggiate, specialmente nella popolazione più adulta. L’assenza di educazione orale aumenta il rischio di perdita precoce dei denti e apre la strada a stati infiammatori, cattiva nutrizione (anche per le difficoltà di masticazione) e carenza di nutrienti, che lentamente determina il deterioramento cognitivo.

Questo dato, insieme agli altri già acquisiti, deve portare a strategie che vadano incontro agli anziani, in modo che possano avere controlli più frequenti, educazione alla gestione delle protesi e sedute di igiene. La relazione tra igiene orale e salute cognitiva può essere letta in diversi modi: dalla maggiore esposizione ad agenti infettivi di una bocca con malattie gengivali a una peggiore alimentazione a causa di disturbi della masticazione, mancanza dei denti o dolore, che possono portare a malnutrizione generale e carenze di elementi specifici.

Redazione Nurse Times

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