Braccio di ferro tra Royal College of Nursing e Governo sulla questione salari. “Chiedere il 19% in più in busta paga non è sostenibile”, sostiene Steve Barclay, ministro della Sanità. “Siamo stati abbandonati da chi ci governa”, replica Pat Cullen, segretaria generale del sindacato.
Sono oltre 100mila gli infermieri britannici che martedì hanno aderito alla seconda giornata di sciopero nazionale della categoria (dopo quella di giovedì scorso), indetta dal Royal College of Nursing (Rcn), rivendicando un significativo aumento dei salari, da adeguare all’inflazione galppante. Il Governo inglese ha respinto di fatto le richieste, confermando la sua linea dura, mentre il sindacato di riferimento ha minacciato una nuova ondata di agitazioni a gennaio, anche di lunga durata (fino a sei mesi).
“Siamo stati costretti a scioperare – spiega Mark Boothroyd, rappresentante sindacale degli infermieri -. Abbiamo protestato, fatto cortei, scritto al Governo, sottoscritto petizioni… Abbiamo davvero fatto tutto il possibile per esprimere il nostro malcontento, ma non ci hanno ascoltato. Lo sciopero era la nostra ultima risorsa”.
Un’agitazione senza precedenti, quella del Regno Unito. “Nei nostri pronto soccorso arrivano ogni giorno il doppio dei pazienti che possiamo curare – prosegue Boothroyd -. C’è un’immensa carenza di posti letto. In certi giorni non abbiamo un solo letto libero e le ambulanze sono fuori, in coda, in attesa. Non abbiamo abbastanza infermieri nei reparti. Dobbiamo avere stipendi migliori anche per trattenere chi già lavora nell’Nhs (il Sistema sanitario nazionale, ndr). Secondo le ultime stime, ogni anno sono più di 30mila gli infermieri che abbandonano il Servizio sanitario per intraprendere altrove una nuova carriera, ossia l’11% dell’intero personale infermieristico”.
Ma Steve Barclay, ministro della Sanità, liquida come irrealistiche le richieste degli operatori sanitari: “Dobbiamo bilanciare gli aumenti salariali con gli equilibri economici. Chiedere il 19% in più in busta paga non è sostenibile, anche per via delle molte sfide economiche che stiamo fronteggiando”.
Ferma la replica di Pat Cullen, segretaria generale del Royal College of Nursing: “Sono estremamente delusa dalla belligeranza mostrata da chi ci governa. Hanno chiuso le trattative, abbandonando al suo destino la nostra professione. Gli infermieri non possono permettersi di sbarcare il lunario o di mettere benzina nelle loro auto. Hanno davvero bisogno di ottenere uno standard di vita più dignitoso”.
Redazione Nurse Times
- Sanità al collasso: medici, infermieri, oss e professionisti in sciopero il 20 novembre
- Robert F. Kennedy Jr. nominato da Trump alla Salute: il leader no vax guiderà la sanità americana
- Prevenire le lesioni da pressione: il 21 novembre torna la Giornata Internazionale STOP Pressure Ulcers
- Convegno “Universalità delle cure e sostenibilità dei Ssn in Europa”: appuntamento a Roma il 22 novembre
- Ostia (Roma), uomo morto per possibile shock anafilattico: indagati tre medici del Centro Paraplegici
Lascia un commento