Le stabilisce l’ultima circolare del ministero della Salute. Vediamo come devono comportarsi asintomatici, immunodepressi, personale sanitario, persone in arrivo dalla Cina e coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti positivi.
Qualche giorno fa il documento “Interventi in atto per la gestione della circolazione del Sars-CoV-2 nella stagione invernale 2022-2023”, firmato dal direttore della Prevenzione, Giovanni Rezza, e dal direttore della Programmazione, Stefano Lorusso, definiva lo scenario della pandemia “imprevedibile” e riteneva che l’Italia dovesse “prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di Sars-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”.
Ciononostante, l’ultima circolare del ministero della Salute, firmata sempre da Rezza e inviata alle Regioni, stabilisce che agli asintomatici non servirà più un tampone negativo per uscire dall’isolamento. Un’ulteriore ellentamento delle misure anti-Covid, dunque, dovuto al fatto che la curva epidemica continua a scendere, che i numeri degli ospedali sono sotto i livelli di allarme e che non sono state riscontrate nuove varianti nel sequenziamento dei passeggeri positivi arrivati dalla Cina, dove sia assiste in questi giorni a una nuova impennata di casi.
La circolare sulle nuove modalità di isolamento distingue tra casi confermati e contatti stretti. Per le persone risultate positive al Covid, ma sempre asintomatiche, e per chi non presenta sintomi da almeno due giorni “l’isolamento potrà terminare dopo cinque giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, a prescindere dall’effettuazione del test antigenico o molecolare”. Per i casi che sono sempre stati asintomatici l’isolamento potrà terminare anche prima dei cinque giorni qualora un test antigenico o molecolare effettuato in una struttura sanitaria o in farmacia risulti negativo.
Un po’ diverso il caso degli immunodepressi. Per loro l’isolamento potrà terminare dopo un periodo minimo di cinque giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare con risultato negativo. E anche gli operatori sanitari, se asintomatici da almeno due giorni, dovranno risultare negativi a un test antigenico o molecolare per porre fine all’isolamento. Misura eccezionale per chi arriva in Italia dalla Cina: coloro che hanno fatto ingresso nel nostro Paese nei sette giorni precedenti al primo test positivo potranno terminare l’isolamento dopo un periodo minimo di cinque giorni dal primo test positivo, purché siano asintomatici da almeno due giorni e negativi a un test antigenico o molecolare.
A prescindere dalla riduzione dei tempi di isolamento e dal fatto che nella maggior parte dei casi non è più richiesto un tampone negativo, “è obbligatorio, a termine dell’isolamento, l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 fino al decimo giorno dall’inizio della sintomatologia o dal primo test positivo (nel caso degli asintomatici), ed è comunque raccomandato di evitare persone ad alto rischio e/o ambienti affollati”. Queste precauzioni “possono essere interrotte in caso di negatività a un test antigenico o molecolare”.
Le persone che hanno avuto contatti stretti con soggetti positivi dovranno rispettare il regime dell’autosorveglianza, durante il quale “è obbligatorio di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto”. A chi dovesse manifestare sintomi nei giorni successivi è raccomandata l’esecuzione immediata di un test. Gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un caso confermato.
Redazione Nurse Times
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