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Suicidio assistito, parte in Veneto la raccolta firme per una legge regionale

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Autorizzato il primo suicidio assistito in Italia
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Seguiranno tutte le altre Regioni. Ecco il comunicato dell’Associazione Luca Coscioni.

Obiettivo: depositare nelle Regioni italiane una proposta di legge per arrivare a una normativa di attuazione (procedure e tempi) per accedere a una morte volontaria attraverso l’auto-somministrazione del farmaco letale. L’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica inizierà la raccolta delle sottoscrizioni domani, dal Veneto (obiettivo 7mila firme in sei mesi), prima regione in Italia. Seguiranno tutte le altre.

Le condizioni previste dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte Costituzionale per accedere al suicidio medicalmente assistito – che ha valore di legge e attualmente regolamenta il tema nel nostro Paese – al termine del processo Cappato/Antoniani sono: 1) essere affetto da patologia irreversibile; 2) che produca sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili; 3) la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli; 4) essere tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Tali condizioni della persona malata, insieme alle modalità per procedere al suicidio medialmente assistito, devono essere verificate dal Ssn, previo parere del comitato etico competente. Nella proposta di legge vengono definiti tempi e procedure certi per la verifica delle condizioni e delle modalità per l’accesso al percorso di suicidio medicalmente assistito.

Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, dichiarano: “La sentenza Cappato-Antoniani della Corte Costituzionale ha affermato il rispetto della volontà della persona che vuole scegliere il proprio fine vita, in questo caso con l’aiuto al suicidio. Dal 28.11.2019 l’aiuto al suicidio fornito solo in presenza di determinate condizioni del malato non è più reato, in base alla sentenza Cappato della Consulta. Se la determinazione dei diritti civili e sociali è di esclusiva competenza statale, l’art. 117, comma 3 della Costituzione attribuisce alle Regioni competenza concorrente a tutelare la salute dei cittadini, e dunque, sulla base dei livelli minimi individuati sul piano nazionale, le Regioni possono intervenire a disciplinare procedure e tempi di applicazione dei diritti già individuati”.

E ancora: ” Come hanno dimostrato le storie di Federico Carboni, Fabio Ridolfi e altre persone malate che in questi anni hanno chiesto l’accesso alla morte assistita, proprio i tempi e le procedure rappresentano elementi fondamentali affinché il diritto della persona affermato da carte fondamentali sia efficacemente ed effettivamente fruibile. La stessa Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea riconosce, all’art. 41, il diritto per ogni persona a che le questioni che la riguardano siano trattate entro un termine ragionevole dalle istituzioni”.

Progrmma dei tavoli
Testo della proposta di legge regionale
Per candidarsi come volontario e autenticatore

Redazione Nurse Times

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