Ha sollevato un polverone il modo in cui un organo di informazione locale ha annunciato la nascita dell’assistente familiare 4.0, nuovo profilo formato alla scuola per colf e badanti di Pordenone.
Un po’ domestiche e un po’ infermiere, merito della scuola per colf e badanti di Pordenone: nasce così l’assistente familiare 4.0. Questo il titolo di un articolo pubblicato su un quotidiano del Friuli Venezia Giulia e riguardante, appunto, la creazione di un nuovo profilo “professionale”, con competenze che vanno dalla cura dell’anziano a quella degli animali domestici, fino ai rapporti con i parenti.
Inevitabili le proteste e le segnalazioni all’Opi Pordenone da parte degli infermieri, preoccupati per una comparazione che svilisce la loro professione, pur con tutto il rispetto per l’importante ruolo di colf e badanti. In molti hanno infatti sottolineato come il percorso di studio di un infermiere, che comporta la laurea triennale, non possa essere paragonato a quello di un “assistente familiare 4.0”, formato invece attraverso un corso di breve durata.
“Credo sia giusto chiamare le cose con i propri nomi, senza togliere nulla alle badanti e alle colf, ma infermiera è tutt’altra cosa”, si legge tra i commenti alla notizia, pubblicata anche sui social network. “Da sanitario -si legge in un altro commento – mi vergogno per la comparazione tra domestica e infermiere. Per fare l’infermiere ci vuole un pochino di laurea. Solo in Italia la professione infermieristica può essere sminuita a tali livelli, accreditando titoli e mansioni a chiunque”. E ancora: “Un po’ domestica e un po’ infermiera non si può sentire, ma stiamo scherzando? Un conto è fare la domestica (lavoro dignitoso, per carità), tutt’altra cosa è fare l’infermiere, e lo dico da operatrice socio-sanitaria”.
Redazione Nurse Times
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