La polemica è scoppiata dopo la prima prova del concorso, che si è svolta ad Arezzo. Sotto accusa l’organizzazione dell’esame e l’ambiguità delle domande a risposta multipla. Opi Firenze-Pistoia ha chiesto chiarimenti a Estar (“senza ricevere risposta”) e numerosi candidati si sono rivolti a un legale.
Non si placano le polemiche sulla prima prova del concorso Estar 392023CON, che si è svolta di recente ad Arezzo e ha coinvolto candidati da tutta la Toscana, ma anche da fuori regione. Un concorso pubblico unificato, per titoli ed esami, bandito per tutte le Asl regionali e finalizzato alla copertura a tempo indeterminato di un posto da infermiere (area dei professionisti della salute e dei funzionari), ma anche alla formazione della successiva graduatoria e alla contestuale selezione, per soli titoli, di candidati da assumere assunzioni a tempo determinato.
Domande con più risposte possibili, quesiti ambigui e un contesto difficile per lo svolgimentpo dell’esame, dopo ore sotto il sole (in particolare per la prova del pomeriggio) e persino alcuni malori. Queste le problematiche emerse in prima battuta, a cui si è poi aggiunta la spinosa questione delle bocciature, che hanno tagliato fuori il 61,7% dei candidati al concorso, in molti casi professionisti che già da anni lavorano in ospedali e strutture sanitarie.
Sul tema si è subito mobilitato l’Opi Firenze-Pistoia, che ha stigmatizzato le bocciature, non tanto per il loro numero, quanto per il metodo e la presenza di domande ambigue. Inoltre un gruppo di circa 158 infermieri si è organizzato per scrivere lettere di protesta contro il concorso, ma anche per vagliare iniziative legali. In 55 si sono infatti rivolti a un legale per presentare ricorso.
“Per fare un esempio di quello che abbiamo dovuto affrontare – spiegano –, una domanda ci chiedeva di motivare la scarsa percezione del dolore da parte di un paziente giapponese. Le risposte possibili erano: il paziente non ha dolore; ha alta tolleranza del dolore; non ha compreso la scala del dolore; lo stoicismo di alcune culture tende a nascondere il dolore. Tutte ipotesi che, in uno scenario reale, sarebbero state da verificare con il paziente. Invece è stata considerata giusta l’ultima risposta, che pare basata più che altro su uno stereotipo”.
Spiega David Nucci, presidente di Opi Firenze-Pistoia: “I dati raccolti nei giorni successivi all’esame hanno aggravato la prima impressione, sia sulle domande sia sul fatto che la prova della mattina fosse più attinente di quella pomeridiana. Su 3.879 candidati del concorso, i respinti sono stati 2.393 e gli ammessi all’orale 1.486. Non ci preoccupa il numero, ma il criterio con il quale tanti colleghi sono stati esclusi. Abbiamo chiesto chiarimenti a Estar, ad oggi senza ricevere risposta. Quindi abbiamo convocato un incontro pubblico con l’avvocato Andrea Pettini per il 4 luglio, alle ore 14:30, su Google Meet”.
Redazione Nurse Times
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