E’ quanto invoca per il Trentino, nel seguente comunicato stampa, il coordinatore provinciale di Nursing Up Trento, Cesare Hoffer (foto), sulla scia di quanto accaduto in Lombardia e Valle d’Aosta.
A livello nazionale si cerca di contrastare la fuga di infermieri e personale sanitario in Svizzera e Francia. Una recente notizia riporta che Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità una mozione bipartisan che impegna la Giunta regionale a collaborare con Roma per istituire indennizzi nel comparto sanitario, prevedendo maggiori indennità per i professionisti sanitari impiegati in particolare nelle aree di confine, logisticamente raggiungibili con difficoltà e dove la carenza di personale è maggiore. Un analogo provvedimento è invece già stato adottato dalla Valle d’Aosta, regione a statuto speciale, con l’adozione di indennizzo pari a 350 euro mensili per il personale infermieristico.
L’adozione di tali provvedimenti, volti ad attrarre e trattenere i professionisti infermieri e sanitari, sono a tutela dei professionisti stessi, che già operano in costante regime di carenza e sono a tutela anche dei cittadini, che si vedono assistiti da personale sempre più stanco, demotivato e numericamente insufficiente rispetto al fabbisogno. La situazione della nostra Provincia è sempre più simile a quella delle regioni citate per caratteristiche geografiche e per un incremento delle cessazioni dal servizio a vario titolo.
A mezzo stampa è stata a più riprese rappresentata la situazione delle Apsp trentine, che a detta dei responsabili andrebbero in forte crisi se i circa 70 infermieri che attualmente lavorano in quelle strutture transitassero in Apss, in quanto vincitori di concorso. Di contro, però, anche l’Azienda sanitaria andrebbe in grossa sofferenza qualora non potesse disporre celermente di queste assunzioni, visto anche il periodo estivo con le ferie ed i congedi parentali da fruire.
Chiediamo pertanto un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche e l’inizio di una reale presa di coscienza delle enormi difficoltà dei nostri comparti socio-sanitari, finalizzata ad adottare nuovi strumenti per trattenere e nel contempo attrarre in Apss e Apsp nuovi professionisti da fuori provincia. Occorre inoltre innovare gli attuali modelli organizzativi e di gestione del personale, ormai inefficaci ed obsoleti, per questo è sempre più necessario un tavolo di confronto provinciale.
A nostro avviso l’occasione rappresentata dall’assestamento di bilancio provinciale deve essere immediatamente colta, con un significativo investimento di risorse volte a riconoscere disagio e percorsi di carriera di infermieri e professionisti sanitari nei comparti pubblici assistenziali, analogamente a quanto fatto nelle altre regioni.
Sono già attivi strumenti legislativi e contrattuali: la Legge provinciale 7/97 prevede contratti di distinte disposizioni per tutti i professionisti sanitari dei comparti. In Azienda sanitaria, grazie al nostro recente accordo, saranno attivate in autunno 81 posizioni specialistiche. Riconoscere competenza e professionalità dal lato clinico e organizzativo è la strada maestra da seguire anche nelle Apsp, per evitare la fuga del personale.
La situazione è complessa, articolata. Devono essere messi in campo con urgenza una pluralità di interventi, da noi già ripetutamente proposti e richiesti. Le esigenze dei cittadini sempre più anziani e complessi da curare sono in costante aumento. Il personale infermieristico e sanitario è sempre più numericamente inadeguato al reale fabbisogno. Fondamentale, quindi, garantirgli soddisfazione nel lavoro e conciliazione tempo vita-lavoro.
Nursing up sta assistendo in questi giorni con la massima attenzione al dibattito politico e alle varie posizioni dei vari schieramenti. Vista anche la competizione elettorale autunnale, i settori socio-sanitari devono avere la priorità, pena lo scadimento dei servizi e i riflessi negativi sulla salute dei cittadini.
Redazione Nurse Times
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