I medici del 118 imputati avrebbero esibito falsi certificati per assentarsi dal lavoro durante la prima fase della pandemia.
A distanza di tre anni dall’inizio dell’inchiesta è stato fissato al prossimo 9 novembre l’inizio del processo a carico dei medici dell’Asp di Catanzaro in servizio al 118 che, stando alle accuse formulate dalla Procura, si sarebbero assentati durante il primo lockdown, esibendo falsi certificati.
In totale i medici imputati sono 35, professionisti che operano su tutto il territorio della provincia di Catanzaro, negli ospedali dipendenti dall’Asp.
Un primo, nutrito gruppo di medici si sarebbe accordato per dare luogo a un’autentica ritorsione nei confronti dell’Asp in seguito alla sospensione e al contestuale recupero di una speciale indennità che sarebbe stata illegittimamente riconosciuta per anni, anche in corrispondenza delle giornate di ferie.
Alcuni medici avrebbero creato un apposito gruppo di WhatsApp per scambiarsi messaggi che inducevano alla protesta, sperando che i disservizi indotti dalla loro azione potessero indurre a un ripristino dell’indennità.
Altri medici, invece, avrebbero deliberatamente deciso di assentarsi dal lavoro per paura di contrarre il Covid-19 o di trasmetterlo ai propri congiunti, sottraendosi così ai propri doveri nel periodo di massima diffusione della pandemia. Qualcuno, inoltre, si sarebbe indebitamente assentato, ma avrebbe continuato a esercitare l’attività professionale in forma privata.
Redazione Nurse Times
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