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ESC 2023: gli studi chiave del Congresso europeo di cardiologia

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ESC 2023: gli studi chiave del Congresso europeo di cardiologia
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Una panoramica dei principali studi presesentati durante il Congresso ESC 2023, di scena ad Amsterdam dal 25 al 28 agosto.

Al Congresso europeo di cardiologia ESC 2023 di Amsterdam (25-28 agosto) hanno partecipato più di 30mila operatori sanitari provenienti da 175 Paesi, 24mila in presenza e 6mila online. Tante notizie sono giunge da oltre 3.750 abstract e casi clinici, presentati da scienziati provenienti da 86 Paesi. La Germania è in testa col maggior numero di abstract, seguita da Stati Uniti e Giappone. Circa 82 studi sono stati pubblicati contemporaneamente su riviste prestigiose.

“Unire le forze per proteggere il cuore era la nostra missione per il Congresso ESC di quest’anno – ha dichiarato il professor Franz Weidinger, presidente dell’ESC -. La medicina cardiovascolare (CV) ha avuto un enorme successo nel migliorare e persino prolungare la vita attraverso risultati fondamentali negli ultimi decenni. Ora è il momento di garantire che tutti i nostri pazienti che necessitano di cure lo ricevano in modo tempestivo, efficace e sostenibile. Questo è il motivo per cui dobbiamo unire le forze come professionisti del CV, industria, politici e pazienti”.

Il costo scioccante delle malattie CV nell’Unione Europea è stato rivelato nell’analisi più completa dal 2006. Le malattie CV sono costate all’Ue circa 282 miliardi di euro nel 2021, significativamente più dell’intero bilancio dell’Ue stessa, sottolineando l’urgente necessità di agire collettivamente sui problemi su scala europea.

“Il congresso dell’ESC ha presentato un programma innovativo con la scienza cardiovascolare più in voga dell’anno, coprendo l’intero campo della medicina cardiovascolare”, ha dichiato il professor John McMurray, presidente del comitato del programma del congresso dell’ESC.

Nel corso del Congresso è stata presentata una ricerca in grado di cambiare la pratica, con importanti nuove scoperte nelle Hot Lines. Il programma Hot Line è iniziato con STEP-HFpEF, il primo studio di un agente farmacologico mirato specificamente all’obesità come strategia di trattamento per l’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata, e indicando che l’obesità è un obiettivo per l’intervento terapeutico in questo gruppo di pazienti vulnerabile.

Il successivo è stato NOAH-AFNET 6, che ha dimostrato come gli anticoagulanti causino sanguinamento senza prevenire l’ictus in pazienti con episodi di alta frequenza atriale (AHRE), ma senza fibrillazione atriale diagnosticata dall’elettrocardiogramma (ECG). I risultati di questo importante studio suggeriscono che è necessaria la documentazione ECG della fibrillazione atriale prima di iniziare la terapia anticoagulante orale nei pazienti con AHRE.

A completare la sessione 1 della Hot Line è stato COP-AF, studio condotto su pazienti sottoposti a chirurgia toracica maggiore non cardiaca, che ha rilevato che la colchicina non riduce significativamente la fibrillazione atriale perioperatoria o il danno miocardico dopo un intervento di chirurgia non cardiaca.

Conclusioni definitive sul ruolo della terapia con ferro nei pazienti con carenza di ferro, insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta sono state presentate nella meta-analisi del carbossimaltosio ferrico, che ha dimostrato un legame con la riduzione dell’ospedalizzazione.

Un’altra importante meta-analisi ha mostrato che l’intervento coronarico percutaneo (PCI) guidato da imaging intravascolare è associato a un tasso inferiore di fallimento della lesione target rispetto al PCI guidato dall’angiografia.

Altra ricerca interessante ha riguardato chi soffre di diabete. I pazienti di tipo 2 hanno più del doppio delle probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari (CVD) rispetto ai loro coetanei sani: un rischio da due a quattro volte più elevato di malattia coronarica, ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e malattia delle arterie periferiche rispetto a quelli senza diabete di tipo 2. Quando si verifica una malattia cardiovascolare, la prognosi è peggiore. Ad esempio la mortalità dovuta a malattie cardiovascolari è maggiore del 50-90% nei pazienti con insufficienza cardiaca e diabete rispetto a quelli con sola insufficienza cardiaca.

Affrontato anche il tema della necessità di maggiore attività fisica da bambini e adolescenti, poiché le ore di inattività durante l’infanzia potrebbero preparare il terreno per attacchi cardiaci e ictus più avanti nella vita. Lo studio ha rilevato che il tempo sedentario accumulato dall’infanzia alla prima età adulta è stato associati a danni cardiaci, anche in soggetti con peso e pressione sanguigna normali.

Interessante anche uno studio che ha coinvolto tutti gli ospedali di Londra: non ha riscontrato differenze nella sopravvivenza a 30 giorni nei pazienti con arresto cardiaco rianimati, che sono stati portati in ambulanza in un centro per arresto cardiaco rispetto al pronto soccorso geograficamente più vicino. L’importante è intervenire subito sul paziente.

Sono state lanciate nuove linee guida ESC che influenzeranno la pratica clinica in tutta Europa e oltre. Il professor McMurray ha dichiarato: “Sono state presentate quattro nuove linee guida, che coprono le sindromi coronariche acute, l’endocardite, le malattie cardiovascolari nel diabete e le cardiomiopatie – la prima linea guida nel suo genere. Al Congresso ESC è stato presentato anche un aggiornamento mirato sulle Linee guida 2021 per l’insufficienza cardiaca. L’insufficienza cardiaca è sia la causa che la conseguenza delle numerose condizioni gestite dagli operatori sanitari CV ed è stata al centro dell’attenzione del congresso di quest’anno”.

Ha aggiunto McMurray: “Un altro punto forte è stato il Digital Health Hub, con 37 sessioni sull’applicazione delle nuove tecnologie a tutte le sottospecialità della cardiologia. Gli operatori sanitari cardiovascolari che partecipano al Congresso ESC sono ora dotati delle più recenti conoscenze mediche per migliorare la loro pratica clinica, salvare vite umane, migliorare la qualità della vita e ridurre il peso delle malattie CV in tutto il mondo”.

Redazione Nurse Times

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