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Linfonodi ingrossati sotto le ascelle: c’è sempre da preoccuparsi?

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Linfonodi ingrossati sotto le ascelle: c'è sempre da preoccuparsi
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Parliamo di linfonodi ingrossati sotto le ascelle, delle loro possibili cause e degli eventuali rimedi attraverso un approfondimento a cura di Pazienti.it.

linfonodi rappresentano uno dei sistemi di allarme “più validi” del nostro corpo. Vederli ingrossati sotto le ascelle può essere il segnale che qualcosa non funziona in modo corretto. Ma perché i linfonodi si ingrossano? Quali possono essere le cause e quando preoccuparsi?

Quali sono le cause di un linfonodo ascellare ingrossato?

Il linfonodo ascellare è forse il più visibile del nostro corpo. Per questo ci accorgiamo subito se si ingrossa.  Nella maggioranza dei casi non c’è da preoccuparsi, in quanto si tratta di semplice follicolite, un’infezione che colpisce il follicolo pilifero e, di conseguenza, la ghiandola sudorale che si trova in corrispondenza. 

Con la fuoriuscita di sudore vi è un accumulo di batteri che dà vita a una protuberanza dalle ascelle, che può essere di diverse dimensioni e più o meno dolorosa. Si tratta di un’infezione abbastanza innocua, anche se fastidiosa, che tendenzialmente scompare da sola nel giro di un paio di giorni. 

A volte, però, una semplice follicolite potrebbe aggravarsi, rendendo necessarie cure mirate, soprattutto antibiotici, che dovranno essere prescritti da un medico. Se anche in questo modo la protuberanza non scompare, si renderà necessario un piccolo intervento chirurgico di rimozione.

La seconda causa più comune di linfonodo ingrossato è un’infiammazione, la linfadenite. Nella zona sottostante le ascelle, sono presenti numerosi vasi linfatici, che si ramificano e che servono a trasportare la linfa all’interno del sangue, per filtrarlo e depurarlo. Talvolta questi vasi possono essere colpiti da un virus o da batteri che li indeboliscono e che riescono a penetrare, infiammando i linfonodi.

In questo caso è meglio rivolgersi al proprio medico, che analizzerà la linfa del vostro sistema linfatico per capire qual è l’agente che ha provocato l’infiammazione dei linfonodi. Una volta ottenuti i risultati delle analisi, sarà il medico stesso a decidere qual è il trattamento più adatto al vostro caso.

Una delle possibili cause di linfonodo ingrossato può anche essere un linfoma, che causa un’infiammazione nel linfonodo e conseguente gonfiore. Esistono due tipi di linfomi: non Hodgkin e Hodgkin.  Si tratta di un tipo di cancro, che guarisce abbastanza facilmente nell’80% dei casi (soprattutto se diagnosticato sotto i 30 anni), tramite chemioterapia e che origina nei linfociti B (globuli bianchi).

Il linfoma si distingue da una semplice follicolite in base ai sintomi che si presentano. Solitamente, oltre al gonfiore al linfonodo, tra i sintomi del linfoma si possono riscontrare: febbre, problemi di insonnia, sudorazione eccessiva (soprattutto notturna), perdita di peso. Uno specialista vi prescriverà degli esami e saprà così dirvi quali sono le cause dei vostri linfonodi ingrossati.

Altre cause dei linfonodi ingrossati

Il termine corretto per indicare l’aumento nelle dimensioni di un linfonodo è “linfoadenopatia”. Questo incremento di volume non è per forza il sintomo di qualche malattia; spesso si tratta solamente di uno stato infiammatorio generale. Ma quando lo è, tra le sue cause – oltre quelle sopra citate – possono anche esserci malattie sistemiche come sarcoidosi, Aids, tumori del sangue, metastasi di altre forme di cancro.

Per questo le protuberanze dei linfonodi – soprattutto di quelli ai lati del collo, a livello toracico, ascellare e inguinale – vanno sempre fatte controllare dal medico. Nella maggioranza dei casi, probabilmente, scopriremo che non si tratta di nulla di rilevante. Ma se così non fosse, potrebbe essere il primo passo verso una diagnosi meno positiva.

Cosa fare in caso di linfonodi ingrossati?

Se si tratta di malattie sistemiche o di infiammazioni, non c’è molto che possiamo fare per evitare che i nostri linfonodi si trasformino in fastidiose e dolorose protuberanze. Ma nel caso di follicoliti, che colpiscono principalmente i linfonodi ascellari, esistono alcuni piccoli accorgimenti. Alcune persone, infatti, hanno una pelle molto più delicata rispetto alle altre e tendono quindi a essere dermatologicamente più sensibili a questo tipo di problemi. 

Se si soffre spesso di follicolite, è possibile provare creme antisettiche pensate appositamente per questo genere di disturbi, che servono ad evitare l’infezione dovuta ad agenti batterici. Inoltre, durante e dopo la depilazione, le ascelle sono più sensibili: oltre all’utilizzo di queste creme, è bene lavarsi spesso e non utilizzare deodoranti aggressivi o chimici, che rischiano di irritare e danneggiare la zona ascellare.

Possono anche verificarsi episodi di linfonodi gonfi sotto le ascelle dopo depilazione: ebbene si, la lametta può infiammare i linfonodi ascellari. Allo stesso tempo, però, numerosi studi scientifici hanno sottolineato l’assenza di correlazione tra la depilazione e la ceretta ascellare e il tumore. Questo perché i linfonodi si trovano in profondità e non vengono toccati durante la depilazione delle ascelle. In ogni caso, di fronte a linfonodi ingrossati, è opportuno rivolgersi al proprio medico e non sottovalutare questa condizione.

Redazione Nurse Times

Fonte: Pazienti.it

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