“Siamo convintamente al fianco degli infermieri, che venerdì scenderanno in piazza per scioperare contro le folli politiche sulla sanità del Governo Meloni. Da un lato si tagliano le loro pensioni, con decurtazioni che potrebbero arrivare a 300 euro al mese e che potrebbero spingere fino a 20mila infermieri a scegliere il prepensionamento, aumentando la criticità relativa alla carenza di personale. Dall’altro le risorse destinate al rinnovo dei contratti, di cui l’esecutivo si riempie la bocca, sono decisamente scarse. Due terzi di esse, infatti, serviranno soltanto a mantenere gli attuali livelli retributivi, mentre il resto rischia di essere mangiato dall’aumento dei costi e dall’inflazione”.
Così, in una nota, i senatori e i deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari sociali, che aggiungono: “Qual è quindi la valorizzazione che si vuole dare a questa cruciale figura professionale? Noi, nel Governo Conte II, abbiamo alzato le indennità di specificità: cosa intende fare Meloni? E non parliamo del fatto che il nuovo contratto potrebbe portare all’azzeramento dell’esonero contributivo per alcuni lavoratori, con il paradossale risultato che essere disponibili a lavorare di più finirebbe per portare a una riduzione di stipendio”.
Proseguono i senatori e i deputati M5S: “Sono tutte enormi criticità, che non faranno altro se non peggiorare ulteriormente un contesto già problematico, in cui la professione di infermiere ha un salario tra i più bassi d’Europa e non risulta attrattiva, vanificando il turnover in una condizione in cui dobbiamo già affrontare una cronica carenza di personale. Si creerà un circolo vizioso che porterà a carichi di lavoro ancora peggiori per i lavoratori già in servizio, sempre più incentivati a lasciare il Servizio sanitario nazionale. E alla fine, a pagare saranno anche i cittadini, che si troveranno a ricevere un’assistenza meno efficace. Insomma, la manovra del Governo Meloni prende in giro gli infermieri e li tratta come un bancomat, rischiando di tagliare le gambe alla sanità pubblica”.
Redazione Nurse Times
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