La conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano hanno sancito l’accordo per l’istituzione di qui a breve di una nuova figura professionale definita “assistente infermiere”.
Tale figura, finalmente, manderebbe in soffitta il “vecchio” O.S.S. e tutta quella miriade frastagliata di professioni-sosia che fin dal 2001, anno di nascita dell’Operatore Socio-Sanitario, sono state sfornate dagli enti di formazione privati e regionali.
A ben guardare la bozza della figura “XX”, il suddetto assistente infermiere, presentata dalla Regione Veneto, non possiamo fare a meno di “gridare” le diverse criticità che già il Migep (e Stati Generali dell’Oss) ha (hanno) evidenziato in precedenza.
Il nuovo profilo resta saldamente zavorrato all’area tecnica, essendo inquadrato come “d’interesse sanitario” ai sensi della legge n. 43 del 1 febbraio 2006 ma in realtà operando in ambiti esclusivamente sanitari e socio-sanitari, avendo a che fare con migliaia di utenti richiedenti assistenza non già solo alberghiera ma sanitaria e sociosanitaria, ricevendo, dalla stessa bozza, ulteriori mansioni tipicamente infermieristiche (es. eseguire ecg, effettuare aspirazioni a pazienti tracheostomizzati, medicazioni alla gastrostomia). Un ibrido che non è “né carne, né pesce”!
La formazione
La formazione dell’assistente infermieristico è affidata a moduli di ore e tirocinio a nostro parere ridicoli a fronte delle nuove responsabilità che gli verranno attribuite. Si parla ancora di corsi di formazione o riqualifica per un totale di 250 ore al massimo. È utile ricordare che i colleghi dell’OSS italiano nei paesi dell’UE hanno una formazione più corposa: di 1400 ore in Spagna, 1600 ore in Germania e Austria, in Francia la formazione dura complessivamente due anni!
Riconoscimento giuridico ed economico
Uno degli aspetti più sconcertanti, inoltre, è la totale assenza di un reale riconoscimento giuridico – economico. L’assistente infermieristico avrà mansioni ulteriori, per le quali i “fratelli maggiori” infermieri conseguono una laurea, avranno responsabilità maggiori, saranno caricati di lavoro ulteriore nelle strutture sanitarie residenziali però senza percepire alcun riconoscimento economico ulteriore per tutto questo! Non ci siamo!
Ruolo sindacale
In ultimo, la bozza risente della forte presenza dei sindacati di categoria. Quest’ultimi dovrebbero sapere, e lo sanno, che in molti pronto soccorso dei nostri nosocomi, la differenza tra l’assistenza infermieristica e dell’OSS è già sottilissima. Essi dovrebbero tutelare tutti gli attori della sanità pubblica/privata e non acconsentire alla costituzione di una figura nuova che sia ad uso e consumo di una sola categoria.
Pertanto, considerando tutte queste criticità, non possiamo non definire l’assistente infermieristico, futuristica frontiera della sanità italiana 2.0, col suo vero nome: un semplicistico OSS con formazione complementare riconosciuto a livello nazionale. Se questa è l’evoluzione della nostra professione post-Covid, non ci siamo e non ci stiamo!
Migep e Stati Generali degli Oss
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