Dal sito web del Bambino Gesù arriva la storia di una bella amicizia, nata proprio in ospedale.
Francesca Iappelli e Benedetta Catufa sono amiche del cuore, non solo perché sono legatissime, ma perché è stato proprio un cuore a farle incontrare. Tre anni fa si sono trovate al Bambino Gesù ad affrontare la stessa difficile situazione: un trapianto per risolvere i problemi dei loro cuori in difficoltà. In quell’occasione si sono date coraggio a vicenda, hanno avuto paura, hanno pianto e poi hanno riso insieme e sono diventate amiche per sempre.
Oggi Francesca ha scritto un libro, Un battito per Francy, in cui, con l’aiuto di bellissimi disegni, racconta la sua storia con il tono di una fiaba per incoraggiare i ragazzi che stanno vivendo la sua stessa esperienza. Con grande emozione è venuta in ospedale per regalarlo di persona al chirurgo che l’ha operata e che la segue da allora: il dottor Antonio Amodeo, responsabile di Scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardio-respiratoria.
Ecco la testimonianza di Francesca.
Mi chiamo Francesca, ho 37 anni e sono nata con una cardiopatia congenita, ventricolo destro a doppia uscita. A tre anni sono stata sottoposta al mio primo intervento. Da piccola non accettavo la mia cardiopatia perché non riuscivo a fare le stesse cose degli altri bambini ma, con il passar del tempo, l’ho accettata e ho cominciato a conviverci. La cardiopatia mi ha insegnato soprattutto a capire le persone in difficoltà. Nel 2019 sono stata inserita nella lista trapianti cardiaci e due anni dopo, nel 2021 ho ricevuto la chiamata che mi comunicava che era arrivato un cuore nuovo!
Ovviamente c’era tanta paura, ma l’idea di una vita nuova mi ha aiutato a partire per andare incontro al cuore nuovo. In quell’occasione ho conosciuto Benedetta, una ragazza della mia stessa età, che ha ricevuto il trapianto di cuore qualche giorno prima di me. Una volta tornate a casa ci sentivamo tutti giorni per confrontarci e confortarci; con lei è nata un’amicizia unica. Benny è diventata un punto fermo per me perché so che lei per qualsiasi cosa c’è sempre ed è pronta ad aiutarmi in qualsiasi momento come lo sono io per lei. È come una sorella, abbiamo vissuto la stessa esperienza e le stesse emozioni, passiamo le ore al telefono per raccontarci le nostre giornate e ogni volta che ci vediamo ci divertiamo a prenderci in giro.
Redazione Nurse Times
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