Un caso di malasanità e degrado è stato denunciato dai parenti di un paziente seguito dal reparto di Urologia del Policlinico Umberto I
Il signor Franco Giuliani sarebbe in attesa da oltre tre mesi per la sostituzione dello stent ureterale ma ancora non ha idea di quando potrà ottenere tale prestazione.
“Potrebbero passare ancora dieci giorni, come quindici” risponde un’infermiera alla figlia Debora nell’ultima telefonata avvenuta martedì 30 ottobre.
“C’è l’Urp per le rimostranze, più di questo non vi posso dire” spiega l’infermiera, registrata di nascosto dalla figlia dell’uomo.
“È ingiusto che un paziente si faccia carico di un dispositivo che deve fornire l’ospedale – si sfoga Debora -. Tra l’altro costano quasi 300 euro”. Al reparto di urologia del Policlinico Umberto I di Roma da oltre un mese mancano gli stent ureterali (i cateteri, ndr). Ai pazienti oncologici che come il signor Franco Giuliani devono sostituirli ogni tre mesi è stato detto che possono comprarseli, oppure aspettare. Ma fino a quando non si sa.
“Potrebbero passare ancora dieci giorni, come quindici” risponde un’infermiera alla figlia Debora nell’ultima telefonata avvenuta martedì 30 ottobre. “C’è l’Urp per le rimostranze, più di questo non vi posso dire” conclude l’infermiera.
“È ingiusto che un paziente si faccia carico di un dispositivo che deve fornire l’ospedale – si sfoga Debora -. Tra l’altro costano quasi 300 euro e mio padre con una piccola pensione non può neanche permetterseli”.
Mentre il signor Franco attende la fornitura del dispositivo, avverte un malore. Sua moglie chiama l’ambulanza e lui finisce al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio, dove gli viene diagnosticata un’infezione renale.
I medici lo sottopongono a terapia antibiotica e provvedono a sostituirgli lo stent.
Il direttore generale dell’Umberto I, Vincenzo Panella, è stato contattato dalla redazione de “Il fatto quotidiano”. Riportiamo di seguito la giustificazione fornita:
“I cateteri e altri dispositivi facevano parte di una serie di acquisti che venivano gestiti direttamente dai reparti con le ditte produttrici e non erano quindi sottoposti a nessuna gara come previsto dal Codice degli appalti pubblici – ci ha spiegato -. Una cosa gravissima e quando me ne sono sono accorto ho sospeso le forniture e indetto una gara pubblica per il nuovo affidamento. Ho firmato la delibera la settimana scorsa. Per garantire i dispositivi anche nella fase di passaggio la farmacia aveva fatto 36 ordini urgenti ma la ditta ha risposto che le scorte sono esaurite”.
Simone Gussoni
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Lascia un commento