Riceviamo e pubblichiamo una nota di Anna Rita Amato e Antonino Gentile (direttivo ULS Roma e Lazio).
Mettere il cronometro alle visite mediche ambulatoriali non poteva risolvere l’annoso problema delle liste d’attesa in Regione Lazio e la decisione del Tar ha reso giustizia a una evoluzione del concetto di diagnosi e cura a cronometro. La sentenza n. 06013/18 ha ripristinato l’autonomia clinica e il diritto di ogni medico a poter instaurare il rapporto di fiducia con il paziente, pilastro responsabile della presa in carico del cittadino che si rivolge al Servizio sanitario regionale.
Merito del dettato del giudice amministrativo è stato quello di non consentire una “catena di montaggio” sanitaria negli ospedali del Lazio. Sul lato del sistema di emergenza-urgenza è recente la notizia che il Lazio sarà la prima Regione ad applicare le linee guida sul triage intraospedaliero, operativo a partire dal 2019, modificando l’attuale sistema di codificazione a colore. Ben venga la sperimentazione, se utile a migliorare i percorsi assistenziali di coloro che accedono ai pronto soccorso con flussi più snelli e definiti.
A nostro avviso però ogni innovazione, sebbene positiva nelle intenzioni, in un sistema come quello del triage collaudato e ben conosciuto dalla popolazione, soprattutto all’inizio, potrebbe non essere facilmente metabolizzato. Delle modalità comunicative e dell’adeguata formazione degli operatori, con i relativi costi, attraverso cui avverrà questo importante passaggio si dovrà fare carico chi di dovere. Come, del resto, sia per quanto riguarda i medici, gli infermieri e il personale sanitario, si attende il sostanziale e tangibile sblocco del turnover per immettere nella sanità regionale quelle risorse da tempo mancanti.
La carenza di personale negli ospedali continua a pagarla, in termini di diritto alla salute, chi non riesce sostenere la via del privato a pagamento per superare liste di attesa non degne di un Paese civile, chi per giorni rimane su una scomoda barella di pronto soccorso in attesa di un posto letto e lo stesso personale sanitario in termini di carichi di lavoro e doppi turni.
La segreteria ULS Roma e Lazio
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