Camici bianchi pronti a ricorrere al Tar. La replica dell’Opi: “Siamo tutti professionisti sanitari al servizio del cittadino”.
A Treviso il reparto senza medici non è ancora stato inaugurato, ma ha già scatenato il finimondo. L’Usi della Marca punta ad aprire entro fine mese un’area con 20 posti letto gestiti direttamente dagli infermieri. «Presenteremo subito un ricorso al Tar – annuncia Adriano Benazzato, segretario regionale del sindacato dei medici Anaao -. Chi farebbe la diagnosi e chi deciderebbe la terapia per i pazienti ricoverati in un reparto di soli infermieri? Sono prerogative esclusive dei medici per legge. E di chi sarebbe la responsabilità di un eventuale evento avverso?».
Benazzato attacca frontalmente Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usi trevigiana: «Forse, da quando ricopre questo ruolo, ha cancellato dalla sua memoria la cultura medica e il suo passato di medico: andrebbe segnalato all’Ordine. Mettere i pazienti nelle mani degli infermieri, che non possono essere in grado di porre un’ipotesi diagnostica, configura anche l’induzione a un reato, perché potrebbero essere chiamati a rispondere di esercizio abusivo della professione medica».
Sulla stessa linea Salvatore Cauchi, segretario regionale del sindacato dei medici Snami: «Perché non hanno pensato di coinvolgere medici neolaureati, magari non ancora entrati nella scuola di formazione? Senza nulla togliere agli infermieri, in questo modo sarebbe stato possibile tutelare di più i cittadini».
Dall’altra parte, però, ci sono gli stessi infermieri, che vedono il progetto in modo assolutamente positivo. «Siamo tutti professionisti sanitari al servizio del cittadino – afferma Samanta Grossi, presidente di Opi Treviso (vedi allegato) –. Per quanto riguarda il progetto dell’Usi, va detto che tale realtà è già presente sul territorio nazionale con risultati ottimali, certificati e verificati, in direzione di una migliore assistenza al cittadino e di un contenimento dei costi a favore del Sistema sanitario. La piena applicazione del profilo professionale si realizza anche attraverso l’attuazione di questi modelli organizzativi, che mettono il cittadino e la sua famiglia al centro di un’equipe multidisciplinare».
Le realtà già presenti in Italia a cui si fa riferimento sono i reparti a bassa intensità di cure a gestione infermieristica. «In tutti i Paesi, a parità di formazione con il nostro – dicono dalla Fp-Cgil –, le professioni infermieristiche gestiscono servizi e reparti a bassa e media intensità di cura. Serve reciproco riconoscimento, rispetto e maggiore collaborazione, non sterili polemiche».
Ivan Bernini, segretario della Fp-Cgil Treviso, risponde anche all’interrogativo posto dai camici bianchi sulla sicurezza dei pazienti: «Stiamo parlando di un reparto che accoglierà persone che non hanno più problemi acuti. Nelle case di riposo, ad esempio, operano gli infermieri senza la presenza di medici 24 ore su 24. Anche l’assistenza domiciliare viene erogata dagli infermieri, con i medici di famiglia chiamati in base alle necessità».
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Gazzettino
ALLEGATO: Comunicato stampa di Opi Treviso
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