Un tragico incidente stradale ha causato la morte di tre giovani studentesse di infermieristica ed il ferimento di una quarta nel pomeriggio di mercoledì.
Le tre vittime erano Sara Domeniconi, Denise Falce e Ilaria Fornara.
Le quattro ragazze stavano facendo ritorno a casa dopo una lezione universitaria. La tragedia è accaduta pochi minuti prima delle 17 sulla strada provinciale 229 del lago d’Orta, poco prima dell’incrocio per Suno e Cavaglio d’Agogna, nella frazione di Baraggia. Le quattro studentesse viaggiavano su una Lancia Y quando, a causa della scarsa visibilità dovuta alla fitta nebbia, sarebbero state tamponate frontalmente da un autotreno.
Barbara Suardi, coordinatrice del corso di laurea in Infermieristica dell’Università del Piemonte Orientale le ricorda così:
“Erano delle studentesse eccellenti e sarebbero state di certo delle ottime infermiere perché avevano tutte delle grande qualità”.
La docente prosegue commossa:
“Erano molto conosciute all’interno del corso e siamo tutti sconvolti da questa tragedia”
In segno di lutto, giovedì 15 dicembre, sono state sospese le attività del terzo anno di Infermieristica, frequentato dalle tre giovani vittime. Venerdì 16 dicembre invece, la prima lezione di tutti gli indirizzi universitari è stata preceduta da un minuto di silenzio.
Oltre ad aver scoperto la passione per quella che sarebbe divenuta la loro futura professione, le tre ragazze erano entrate a far parte di un gruppo di amici molto unito, conosciuto durante i tre anni trascorsi insieme in università.
Martina Valentini si è fatta portavoce di un messaggio comune a nome di tutti i colleghi studenti di Infermieristica di Novara:
“Ci siamo conosciuti durante il primo anno e con il passare del tempo abbiamo legato sempre di più, vedendoci anche in tante occasioni fuori l’ateneo”.
La redazione di Nurse Times si unisce al dolore delle famiglie di Sara Domeniconi, Denise Falce e Ilaria Fornara. La grande tragedia che Vi ha colpito reca moltissimo dolore a tutti noi. Vi porgiamo le nostre più sincere condoglianze.
Simone Gussoni
Lascia un commento