Si parte dalla collaborazione con l’ospedale Regina Margherita, ma si punta a estendere l’iniziativa a tutto il Piemonte.
Ridurre i disagi psicologici e sociali per i piccoli pazienti e per le loro famiglie attraverso l’ospedalizzazione a domicilio. Garantire inoltre un insieme di prestazioni mediche secondo piani individuali, in base ai singoli bisogni ma in piena sicurezza, diminuendo il numero di accessi e il tempo trascorso in ospedale, e rendendo così anche più efficiente l’attività ambulatoriale.
Sono gli obiettivi del progetto “Voglio stare a casa… Vieni tu”, rivolto ai pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica in età pediatrica e realizzato grazie all’accordo di collaborazione stipulato fra l’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino, il Dipartimento di Pediatria e specialità pediatriche dell’ospedale Regina Margherita, Casa Ugi e l’associazione Apl Ail.
Il progetto è stato presentato in Regione Piemonte dal presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino, dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, dal direttore generale della Città della Salute, Silvio Falco, dalla direttrice del Dipartimento di Pediatria e specialità pediatriche del Regina Margherita, Franca Fagioli, dal presidente di Casa Ugi, Enrico Pira, e dalla presidente dell’Associazione Apl Ail, Federica Galleano.
Si tratta del primo esempio di ospedalizzazione pediatrica a domicilio. Questo nuovo approccio, che si inserisce nel sempre più importante percorso di umanizzazione delle cure, permetterà ai piccoli pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica di effettuare a domicilio i prelievi ematici e le medicazioni necessarie, programmando la visita medica in ospedale solo in caso di necessità. La visita, qualora necessaria, sarebbe comunque effettuata il giorno stesso o il giorno successivo all’esame.
“Da parte nostra ci sono il pieno sostegno e il pieno apprezzamento per l’iniziativa, tanto che questo progetto verrà esteso e inserito all’interno del sistema sanitario piemontese – sottolinea il presidente Chiamparino –. È anche la dimostrazione di come nella medicina dei prossimi anni, più che il numero dei posti letto conterà come questi saranno messi in relazione col territorio e con la rete dei servizi. La vera sfida sarà rafforzare questa continuità fra ospedale e territorio, rendendola organica nella nostra sanità”.
“Mi assumo l’impegno – aggiunge l’assessore Saitta – di organizzare entro il mese di febbraio un incontro con i direttori generali delle aziende sanitarie e con i professionisti che operano nella Pediatria, per programmare l’estensione di questo progetto a tutto il Piemonte, anche mettendo a disposizione risorse dedicate. D’altronde è nostra intenzione strutturare una forte rete di pediatria sul territorio regionale, rafforzando la messa a sistema delle competenze per aumentare la qualità delle prestazioni offerte ai pazienti”.
Il progetto pilota del Regina Margherita, in questa fase iniziale, si occuperà di dieci pazienti al giorno, residenti a Torino o nei comuni limitrofi, oppure ospitati nelle strutture di accoglienza che collaborano con l’ospedale. Attraverso questo nuovo modello saranno personalizzate le cure in base alle esigenze dei bambini e delle famiglie, offrendo allo stesso tempo un livello di sicurezza pari a quello ospedaliero e riducendo le conseguenze emotive negative dovute ai ricoveri, nell’immediato e a lungo termine.
Redazione Nurse Times
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